Sarà il Consiglio europeo che dovrà fornire la definitiva spinta alla campagna vaccinale per portare l’Unione fuori dalla pandemia e il primo al quale parteciperà anche il presidente americano, Joe Biden, in nome di una rinnovata partnership globale anche per la lotta alla pandemia. Mentre i 27 capi di Stato e di governo dei Paesi membri sono ancora riuniti in videoconferenza, è la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a far uscire i primi dati ufficiali elaborati da Palazzo Berlaymont. E tra questi ci sono anche i discussi numeri riguardanti le somministrazioni dei vaccini e la loro esportazione fuori dai confini comunitari.

Von der Leyen: “77 milioni di dosi espostate, 88 milioni iniettate. Nel secondo trimestre ne arriveranno 360 milioni”
La presidente della Commissione ha spiegato via social il messaggio lanciato ai leader europei in occasione del suo intervento alla conferenza, fornendo così anche aggiornamenti sulle forniture dei vaccini. Intanto, nel secondo trimestre del 2021, secondo le previsioni di Palazzo Berlaymont, saranno a disposizione altre 360 milioni di dosi anti-Covid, come mostrato nei lucidi pubblicati in allegato. Nello specifico, tra le case farmaceutiche che hanno vaccini approvati dall’Ema, Pfizer/BioNTech consegnerà 200 milioni di dosi, Moderna 35 milioni, AstraZeneca 70 milioni, anche se il contratto prevedrebbe 180 milioni, e Johnson & Johnson 55 milioni. Questo mentre nel primo trimestre Pfizer/BioNTech dovrebbe finire di consegnare in tutto 65-66 milioni di dosi, Moderna 10 milioni e AstraZeneca 30 milioni. Fonti europee fanno però sapere che, per quanto riguarda il vaccino prodotto dal team anglo-svedese, in totale sono state consegnate solo 18 milioni di dosi, mentre da contratto l’azienda si era impegnata a consegnarne 120 milioni per il primo trimestre, una cifra che poi aveva tagliato a 30 milioni.

Un primo trimestre che ha visto vaccinarsi con la seconda dose solo il 4,1% della popolazione europea (18,2 milioni di persone), aggiunge la presidente. In totale, al termine della settimana in corso, saranno 88 milioni le dosi anti-Covid distribuite in Ue. Di queste, 62 milioni sono state inoculate. Mentre altre 77 milioni di dosi hanno invece lasciato l’Unione dal 1 dicembre a oggi: in particolare, 31 milioni di sieri sono stati consegnati in 54 Paesi che rientrano nell’iniziativa Covax. Un tema, quello delle esportazioni, che nei giorni scorsi ha generato non poche polemiche, tanto che dal vertice emerge che, nonostante le preoccupazioni espresse da alcuni Paesi per il meccanismo di autorizzazione all’export rafforzato, si è trovata un’intesa generale sulla necessità che l’Ue si doti di una leva. Ma dagli stessi Stati che hanno espresso un appello alla cautela, come Belgio, Olanda, Irlanda, Danimarca e Svezia, è arrivata anche la richiesta che la Commissione europea si consulti prima di varare misure contro aziende e Stati.

Il primo Consiglio Ue di Biden, Sassoli: “Ci tenderà la mano”
Ad aprire il vertice è stato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ha voluto rimarcare l’importanza della presenza del presidente americano per una rinnovata alleanza tra Stati uniti e Ue: “Sono convinto che il presidente Joe Biden questa sera ci tenderà la mano per costruire insieme una forte relazione tra Europa e Stati Uniti. Una rinnovata cooperazione tra l’Ue e la nuova amministrazione di Washington nella difesa dei diritti umani e nella promozione della democrazia, come nella lotta alla pandemia, darà lo slancio necessario alla nostra comune leadership globale”. Oggi, ha poi concluso, “la necessità di forti alleanze di partner che la pensano allo stesso modo e che lavorano insieme è più grande che mai perché uniti siamo molto più della somma delle nostre parti”.

Da parte sua, il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha confermato che gli Stati Uniti sono determinati a rivitalizzare l’alleanza con l’Europa e sono pronti a lavorare con la Ue e la Nato sul fronte della distribuzione globale di vaccini anti-Covid efficaci e sicuri.

La bozza: “Accelerare su produzione e diffusione dei vaccini. Continuare con restrizioni”
Da Bruxelles trapelano le prime indiscrezioni sulla bozza delle conclusioni elaborate nel corso del vertice. Nel documento si sottolinea la necessità di accelerare sulla “produzione, consegna e diffusione dei vaccini che resta essenziale per superare la crisi. Gli sforzi a tal fine devono essere ulteriormente intensificati. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza e dell’estensione del regime di autorizzazione all’esportazione. Riaffermiamo che le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare le scadenze contrattuali di consegna“. Anche perché una maggior diffusione capillare delle dosi di vaccini disponibili è l’unico modo per cercare di migliorare una situazione epidemiologica che “resta grave, anche alla luce delle sfide poste dalle varianti. Le restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi non essenziali, devono quindi essere mantenute per il momento, mentre deve continuare a essere garantito il flusso senza ostacoli di merci e servizi all’interno del mercato unico, anche utilizzando i corridoi verdi”.

Nonostante ciò, l’Unione deve continuare a lavorare “con urgenza” sui “certificati digitali interoperabili Covid sulla base della proposta della Commissione Ue,” per tornare a viaggiare, in futuro, quando le condizioni epidemiologiche del Covid lo permetteranno.

Dosi Pfizer, l’irritazione di Kurz
Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, alla videoconferenza ha tenuto il punto per ottenere parte dei 10 milioni di dosi di vaccino anticipate da Pfizer per il secondo trimestre per i Paesi più bisognosi. Vienna non sembra infatti essere nella lista, per questo Kurz nei giorni scorsi ha protestato per i criteri adottati per la ripartizione dei sieri, anche se il suo viaggio in Israele per alleanze sui vaccini ha destato non poche irritazioni. È comunque improbabile che una soluzione operativa sulla ripartizione delle 10 milioni di dosi venga trovata al vertice.

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