La Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni per strage per Luca Traini, l’uomo che sparò ferendo sei cittadini stranieri il 3 febbraio 2018 a Macerata per la morte di Pamela Mastropietro. All’uomo che fu arrestato poco dopo la sparatoria avvolto in un bandiera tricolore era contestata l’aggravante dell’odio raziale. Il pg della Cassazione, Marco Dall’Olio, ai giudici aveva chiesto la conferma dell’aggravante sottolineando che è stata corretta la motivazione della sentenza pronunciata dalla Corte di assise di appello di Ancona nell’ottobre del 2019.

La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Franco Coppi, invece aveva chiesto che l’aggravante non fosse riconosciuta: “Nel comportamento di Traini non c’è odio razziale, i neri vengono identificati da lui come i responsabili dello spaccio di droga nella provincia di Macerata e come responsabili della morte di Pamela Mastropietro, potevano essere anche gialli o pellerossa e il discorso sarebbe stato lo stesso”, inoltre “non c’è stata una strage perché il reato richiede l’indeterminatezza delle persone offese”. Secondo Coppi Traini ha voluto “ergersi a vendicatore in preda ad un raptus emotivo di cui si dovrebbe tenere conto”.

La Suprema Corte ha anche confermato il diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili. Tra queste, il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd.

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