L’Italia ha bloccato l’invio di 250mila dosi del vaccino AstraZenecaOxford destinate all’Australia. Facendo ricorso alle nuove regole introdotte dalla Ue per impedire l’export di vaccini anti Covid al di fuori dell’Unione. Roma, riferisce il Financial Times, ha deciso di impedire l’invio delle dosi in Australia ed ha notificato la decisione a Bruxelles alla fine della scorsa settimana. Quindi dopo il Consiglio Ue durante il quale il premier Mario Draghi ha insistito anche per l’imposizione di controlli più severi alle esportazioni di vaccini, appunto. La Commissione non ha obiettato alla decisione italiana che però secondo alcuni osservatori potrebbe innescare ritorsioni. L’eurodeputato tedesco della SPD Bernd Lange, presidente della commissione Commercio internazionale, ha twittato che si tratta di “un errore” che rischia di avere “conseguenze fatali” per l’Ue e può portare a “uno scontro globale sui vaccini”.

Le regole imposte da Bruxelles sull’esportazione di vaccini anti Covid-19 prodotti all’interno della Ue sono state introdotte dopo che AstraZeneca aveva ammesso che avrebbe mancato gli obiettivi di consegna alla Ue. L’annuncio della casa farmaceutica aveva suscitato il sospetto che una parte della produzione di vaccini destinati alla Ue venisse dirottata su altri Paesi. Un funzionario del governo italiano, citato dal Financial Times, ha riferito che le decisioni di consentire o bloccare le esportazioni di vaccini non vengono prese unilateralmente e che c’è stato un coinvolgimento della Commissione europea.

“Sui vaccini bisogna fare chiarezza. Sono ancora troppi i ritardi nelle forniture in Ue e in Italia da parte di alcune case farmaceutiche. E chi è inadempiente non può avanzare scuse. Se sono stati firmati degli accordi, questi vanno rispettati. Ecco perché come ministero degli Affari Esteri abbiamo chiesto di fermare l’export di circa 250mila dosi di vaccino anti-Covid dal nostro Paese verso l’Australia” scrive il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook. Il responsabile della Farnesina precisa che “non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa”. “I motivi sono chiari e semplici – spiega Di Maio nel post -: 1. L’Australia oggi è considerato un Paese “non vulnerabile” ai sensi del Regolamento Ue; 2. Ci sono ancora pochi vaccini nella Ue e in Italia e i ritardi nelle forniture da parte di AstraZeneca sono inaccettabili; 3.250 mila dosi sono tante: un conto è esportare piccolissime dosi ai fini di ricerca scientifica, un altro è esportarne 250mila”.

“Per questi motivi – prosegue il ministro – quando abbiamo ricevuto lo scorso 24 febbraio la richiesta di autorizzazione all’esportazione dei vaccini anti Covid-19 da parte di AstraZeneca all’Australia, abbiamo posto un freno. Abbiamo deciso di consultare le altre Amministrazioni nazionali competenti – che hanno tutte espresso parere negativo – e dunque abbiamo proceduto ad inviare due giorni dopo la proposta di non autorizzazione all’export alla Commissione europea, che ha accolto la nostra richiesta il 2 marzo”. “Il tutto non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa, il Meccanismo sull’export che serve a evitare che le dosi di vaccino destinate all’Unione vengano spedite e commercializzate fuori dalla Ue. Siamo il primo paese europeo a mettere uno stop all’export fuori dall’Unione di un vaccino prodotto all’interno dei nostri confini”. “Come detto – conclude Di Maio -, i ritardi nella distribuzione sono inaccettabili e ci aspettiamo che questa nostra presa di posizione incida positivamente sulla campagna vaccinale europea”.

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