“Unità” e “responsabilità”, ma soprattutto è “indispensabile dire la verità al Paese” sull’andamento della pandemia. Il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento al Senato, chiede di evitare le “polemiche” perché “disorientano i cittadini”, sempre più “stanchi per questa lunga crisi”, che si dice convinto sia “all’ultimo miglio”. Proprio per questo serve ancora “prudenza” e “non possiamo “abbassare la guardia”, dice, e avvisa che “non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia”. Alla scadenza delle norme anti-Covid in vigore, quindi, non ci saranno rilassamenti.

E non sarà l’unica continuità con la linea tenuta finora. Anche formalmente, annuncia, il governo Draghi lavorerà come fatto nel primo anno di pandemia dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, prolungando le misure anti-Covid con un Dpcm, che “varrà dal 6 marzo al 6 aprile”, compresa quindi la Pasqua che sarà il 4 aprile, e “la bussola sarà la salvaguardia del diritto alla salute”, annuncia. Tutti i Paesi europei hanno scelto “una linea comune di massimo rigore” e l’Italia “si muove nel solco di questa linea”. Novità, invece, per le ordinanze regionali che “da ora andranno in vigore dal lunedì”, invece che a partire dalla domenica.

Il quadro descritto da Speranza a Palazzo Madama è preoccupante: “La presenza delle varianti condizionerà l’epidemia: la variante inglese è presente nel 17,8% dei casi e sarà presto prevalente e la sua maggiore diffusione rende indispensabile alzare il livello di guardia, ma fortunatamente non compromette efficacia dei vaccini”. Le altre due varianti, ha invece riibadito, “sono più insidiose per la ridotta efficacia dei vaccini”. La loro diffusione, ha spiegato il ministro, è “minore ma è necessario isolare i focolai”. Arginare le mutazioni di Sars-Cov-2, ad avviso di Speranza, è “ancora possibile” purché “vengano adottate e applicate con tempestività misure rigorose che possono chirurgicamente circoscrivere i focolai favorendo il distanziamento all’interno dell’area colpita ed evitando la mobilità verso l’esterno”.

Per questo si stanno moltiplicando le zone rosse in diverse Regioni. Un’implementazione che negli ultimi giorni, ha detto il ministro, hanno riguardato 5 Regioni con l’istituzione di 25 aree con le restrizioni più dure, alcune decise per l’insorgenza di focolai per la variante inglese altre per la presenza di variante brasiliana e sudafricana. “Tali misure sono indispensabili non vi è altra strada”, ha ricordato. Tutti motivi che inducono Speranza a rimarcare come sia “fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza”, visto che con l’attuale incidenza di casi “abbiamo 5 Regioni con terapie intensive sopra la soglia critica e l’Rt medio è 0.99, secondo ultimo rilevamento”. L’indice di diffusività del virus, ha quindi sottolinea, “si avvia con le misure attualmente in vigore a superare la soglia di 1″.

Un passaggio delicato della pandemia affrontabile, ha ricordato il ministro della Salute, attraverso il “comune lavoro” delle istituzioni: “Il premier ha detto che l’unità non è un’opzione ma un dovere. Ho sempre auspicato un’unità nazionale contro l’emergenza. Non c’è strada diversa da unità”. Quindi l’apertura a un portavoce per il Comitato tecnico scientifico e l’assicurazione che il governo ha tra i suoi impegni l’erogazione di “congrui ristori” per le attività colpite. Quindi si è rivolto ancora a tutte le forze politiche per sostenere che il “buon esito” della campagna vaccinale è “obiettivo di tutto il Paese non di una parte di esso”.

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