Scintille a “L’Aria che tira” (La7) tra l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi e il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa sull’euro e sul suo passaggio di valuta.
Prodi, intervistato nei minuti precedenti da Myrta Merlino, chiede di ricollegarsi in diretta tv per rispondere alle accuse del vicepresidente del Senato (“Prodi ha accettato il cambio dell’euro, che è all’origine dei nostri guai economici e che favoriva solo la Germania, perché il cambio era uguale a quello del marco e da allora 1000 lire sono diventate un euro. La responsabilità è di Prodi“).

L’ex presidente del Consiglio non ci sta e spiega che l’aumento dei prezzi fu causato da un problema di mancato controllo interno in Italia e non di cambio internazionale: “L’obiettivo mio e di Ciampi era quello di andare nell’euro con la lira più svalutata possibile in modo da aiutare le nostre esportazioni. I tedeschi volevano 950 lire per ogni marco e noi 1000. Nel colloquio finale col cancelliere Kohl, lui mi annunciò che la cifra era 990 – continua – Lì feci un salto di gioia e Ciampi ne fu felicissimo. Tutti i giornali scrissero che andava bene. Ma cosa è successo dopo? I prezzi sono aumentati perché non è stata fatta la sorveglianza. Avevamo deciso che, quando si sarebbe entrati nell’euro, ci sarebbero dovute essere le commissioni provinciali per il controllo dei prezzi, che non sono state fatte perché Berlusconi non volle, e il doppio prezzo”.

Insorge La Russa: “E’ stato un problema di cambio internazionale, non diciamo sciocchezze. La verità è che per il cittadino comune ha comportato che tutto ciò che costava 1000 lire è costato 1490, il resto son chiacchiere”.
“La invito a ragionare – replica Prodi – perché ogni tanto serve. Il cambio così come era stato realizzato implicava che non ci sarebbe dovuto essere nessun aumento dei prezzi interni. Purtroppo tutto è aumentato perché non c’è stata sorveglianza”.
“Non era possibile sorvegliare – ribatte La Russa – c’era una dinamica che era sbagliata a monte“.
“Macché sbagliata a monte – risponde Prodi – Mi rispondi solo a una domanda: chi era il presidente del Consiglio quando è arrivato l’euro? Mi faccia il nome“.

“Non credo che avesse la possibilità di modificare – commenta La Russa – I fiumi si possono sorvegliare ma quando arriva la piena, se non ci sono gli argini, straripano. Non c’era la possibilità di sorvegliare un cambio sbagliato come quello dell’euro, che ha causato enormi guasti agli italiani”.
Non si riesce a farglielo capire – commenta con sorriso rassegnato Prodi – Lo hanno capito tutti, tranne lei e ‘La Verità'”.
“Lei è più bravo di me in tante cose, tranne che sul cambio lira-euro. Lì no”, replica La Russa.
Non c’è niente da fare, non capisce“, chiosa Prodi.

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