Sono stati condannati per lesioni colpose i quattro agenti che si sono resi responsabili del pestaggio del giornalista di Repubblica Stefano Origone. Secondo la giudice Silvia Carpanini, gli operatori di polizia non potevano sapere se quella persona fosse un giornalista o un manifestante potenzialmente pericoloso. È questo il motivo dell’abbassamento della pena dall’anno e quattro mesi di reclusione richiesti dal pm per lesioni aggravate in concorso a 40 giorni per “lesioni colpose per eccesso colposo nella scriminante putativa” con sospensione condizionale della pena e non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziario. I quattro agenti del reparto Mobile di Bolzaneto (Fabio Pesci, Stefano Mercadanti, Luca Barone e Angelo Giardina), che hanno scelto il rito abbreviato, sono anche stati condannati in solido al risarcimento dei danni morali nei confronti di Origone, che saranno quantificati con un processo a parte, e dovranno provvedere al pagamento delle spese processuali anche se la Procura potrebbe decidere di ricorrere in appello.
“La condanna? Mi aspettavo di più visto che eravamo partiti da una richiesta di un anno e quattro mesi – commenta Origone – Ma sono soddisfatto perché almeno è stata riconosciuta una responsabilità per quanto mi è successo mentre stavo facendo il mio lavoro, mentre gli avvocati degli imputati sembravano quasi sostenere che mi fossi ‘picchiato da solo’, o meglio fossi stato ‘al posto sbagliato nel momento sbagliato’”. Il pestaggio avvenne durante le cariche del 23 maggio 2019 con le quali la polizia cercava di disperdere i manifestanti antifascisti che contestavano la presenza di un comizio elettorale organizzato da Casapound. Origone venne colpito mentre si trovava a terra, caduto durante i disordini e le cariche, e riportò varie contusioni e fratture a una mano.
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