È il Paese che ha registrato il numero di morti più alto al mondo. Un numero che finora ha superato i 450mila decessi. Il triste primato è degli Stati Uniti, che contano 450.681 vittime del Covid a fronte di un totale di 26.554.792 casi di contagio. Quasi la metà delle persone a livello globale che hanno perso la vita a causa della pandemia, ovvero oltre 1,1 milioni, si concentra in soli cinque Paesi: gli altri quattro, oltre agli Usa, sono Brasile (227.563), Messico (161.240), India (154.703) e Regno Unito (109.547).

Mentre il mondo fa i conti con l’avanzata delle mutazioni – in particolari quella inglese, sudafricana e brasiliana – Nadhim Zahawi, il sottosegretario del governo britannico responsabile della campagna di vaccinazione, ha dichiarato che ci sono circa 4mila varianti del virus e tutti i produttori, comprese Pfizer e AstraZeneca, stanno tentando di migliorare i loro vaccini per garantire l’immunità anche contro le nuove versioni del Covid-19. Per Zahawi, “è molto improbabile” che gli attuali vaccini non siano efficaci contro le attuali varianti del virus, “specialmente quando si tratta di casi gravi e di ospedalizzazioni”. E dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’agenzia federale Usa per la prevenzione delle malattie, spiegano che la cosiddetta variate inglese del coronavirus, conosciuta anche come ‘B.1.1.7’, sia più mortale del ceppo originale del virus. Stessa conclusione a cui era arrivato il Regno Unito.

Cdc: “Varianti meno indulgenti se non si rispettano norme anti-Covid” – “Sappiamo che alcune delle varianti hanno una maggiore trasmissibilità, sono in aumento i dati secondo cui alcune delle varianti, la variante B.1.1.7 possono effettivamente portare a un aumento della mortalità”, ha spiegato la direttrice dei Cdc Rochelle Walensky sottolineando che resta da vedere l’efficacia di “questi vaccini contro queste varianti”. Secondo i dati emersi finora, ha aggiunto Walensky, le persone affette dalle varianti del virus tipicamente non indossano la mascherina o non rispettano il distanziamento sociale. “Quello che sappiamo è che (le varianti) probabilmente sono meno indulgenti quando non seguiamo quelle direttive”, ha concluso.

Germania – Sono stati registrati 14.211 casi di coronavirus e 786 morti nelle ultime 24 ore. Il totale di contagi nel Paese sale a quota 2.252.001, mentre quello dei decessi a 59.742. “Non possiamo restare in questo lockdown duro per tutto l’inverno. Non possiamo permettercelo come società”, ha detto il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ai giornali del Funke-Mediengruppe. Serve un passaggio graduale e responsabile verso la normalità, ha sottolineato. “E bisogna agire i modo differenziato nelle regioni”. Spahn ha rilevato che i numeri della pandemia sanno calando in modo significativo: “I numeri sono incoraggianti. Il trend va chiaramente verso il basso, ma non possiamo ancora sapere con certezza dove saremo il 14 febbraio”. E intanto l’associazione dei medici di terapia intensiva chiede di prolungare il lockdown almeno per due settimane: “Non peroro la causa di un prolungamento infinito, ma sono necessarie almeno altre due settimane”, dice il presidente Gernot Marx. La Germania è in lockdown duro dal 16 dicembre, con scuole, asili, negozi, ristoranti, locali, istituzioni cuturali e centri sportivi chiusi. A gennaio questo regime è stato prorogato fino al 14 febbraio. Stando ai dati del Robert Koch Institut pubblicati oggi, in Germania si sono registrati 14.211 nuovi contagi e 786 decessi nelle ultime 24 ore. L’indice di incidenza settimanale è calato a 80,7 nuovi contagi su 100 mila abitanti. La soglia che il governo si è data come obiettivo è 50.

Regno Unito – L’economia britannica verrà sbloccata gradualmente dopo la riapertura delle scuole all’inizio di marzo, ha detto a Sky News Nadhim Zahawi, ministro designato ad hoc da Boris Johnson per il coordinamento della campagna vaccinale del Paese. Zahawi ha confermato che il governo intende cominciare a riaprire le scuole in Inghilterra l’8 marzo, aggiungendo che allo stesso tempo potrebbero essere revocate alcune delle attuale restrizioni. I vaccini cominceranno ad essere pienamente efficaci entro la prima settimana di marzo, ha previsto il ministro: “Quindi è allora che inizieremo prima di tutto ad aprire le scuole e poi inizieremo una graduale riapertura dell’economia, se continueremo a vedere buoni dati”. Come è noto, Johnson prevede di annunciare la roadmap per uscire dal lockdown il 22 febbraio prossimo. Intanto, tornano sotto quota mille (915) i morti per Covid censiti nelle ultime 24 ore, mentre i nuovi contagi si assestano a 20.634, ma su un record assoluto di tamponi giornalieri che schizza a quasi 802.000.

Francia – La circolazione delle varianti di Covid-19 è in aumento scrive Le Figaro, citando una intervista a Bruno Lina, professore di virologia del centro ospedaliero universitario di Lione (HCL, Hospices civil Lyon) e membro del comitato scientifico del governo francese. Le varianti riguardano il 14% dei casi positivi al coronavirus, secondo l’indagine del 26 e 27 gennaio. Una diffusione che aumenta ma che non è “esplosiva”, ha sottolineato Lina. “L’aumento è lineare e continuo” ha aggiunto, e precisa però che il 20% dei casi deve ancora essere sequenziato. I risultati finali dell’indagine saranno resi pubblici in giornata. Nell’ultimo sondaggio flash del 7 e 8 gennaio, la variante inglese rappresentava solo il 3,3% dei test.

Australia – Intanto, dopo essersi assicurata in totale 150 milioni di dosi del vaccino anti Covid-19, l’Australia fa sapere che entro ottobre vaccinerà tutti i residenti. Lo ha annunciato il ministro della Sanità Greg Hunt, nel corso di una conferenza stampa nella quale è stato riferito che il Paese potrà contare su 20 milioni di dosi del vaccino Pfizer, 53,8 milioni del vaccino AstraZeneca, 51 milioni del Novavax e 25,5 milioni del vaccino dell’alleanza Covax. “Tutte le persone che vivono in Australia” saranno vaccinate, ha assicurato Hunt.

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