Nove su dieci fanno la raccolta differenziata, cercano di sprecare meno cibo possibile e spengono la luce prima di uscire di casa. Ma per quasi nessuno (9%) la tutela ambientale ha il giusto spazio nelle politiche degli Stati. I ragazzi (dai 14 ai 18 anni) e i giovani adulti italiani (tra i 19 e i 29 anni) sembrano “attenti agli stili di vita consapevoli”. O almeno è quanto emerge da una ricerca dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (Iusve), condotta da Demetra, che ha coinvolto nel sondaggio circa 3.300 giovani, nell’ambito del progetto “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”.

Routine quotidiana – Il 69,3% degli adolescenti dichiara di prestare “abbastanza” attenzione al rispetto dell’ambiente, mentre il 23,6% degli stessi afferma di prestarne “molta” nei comportamenti di tutti i giorni; un dato che sale rispettivamente al 53,8% e al 41,4% per i giovani adulti. In generale, invece, nove su dieci dichiarano di impegnarsi per risparmiare acqua. Mentre, scendendo più nello specifico, ammettono di raccogliere l’olio usato il 34,5% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni e il 54,9% dei giovani adulti. Infine, di prestare attenzione alle certificazioni energetiche il 39,7% tra i più giovani e il 52,2% dei più grandi.

Spostamenti – Per quanto riguarda la scelta dei mezzi di trasporto, si conferma la prevalenza italiana di quelli privati rispetto a quelli pubblici: se l’automobile domina, con una percentuale di 36,8% tra i giovani adulti, i più giovani preferiscono altre forme di mobilità: “a piedi” si muove il 23,7% dei quattordici-diciottenni e il 26,4% dei 19-29enni, con l’autobus il 15,1% dei primi e il 10,4% dei secondi. Mentre spicca il ruolo secondario del treno, che non supera in ogni caso il 3% delle risposte.

Dieta – Riguardo al consumo di cibo biologico, dichiarano di consumarne “abbastanza” o “molto” il 56,6% degli adolescenti e il 53,4% dei giovani adulti: soprattutto “frutta” e “verdura”. I 14-18enni consumano anche più pasta (16,8%) e più carne (10,2%) biologiche dei più grandi, seppur con differenze non superiori ai sei punti percentuali. Più che disparità anagrafiche, nel consumo di cibo biologico, spiccano quelle territoriali: al Nord il 40% degli intervistati cerca di acquistare cibo biologico, mentre al Sud il numero si alza, fino ad arrivare al 60% del campione.

Secondo il docente di sociologia dello Iusve, Davide Girardi: “L’indagine evidenzia tante luci, ma anche qualche ombra: tra le prime, emerge chiaramente il potenziale ecologico dei giovani italiani, soprattutto di quelli che frequentano ancora la scuola. Così come la fiducia nel ruolo dei cittadini per affrontare efficacemente le questioni ambientali. Si stagliano però anche le preoccupazioni per il futuro. Starà allora al Paese fare in modo che i giovani possano mettere a frutto il loro potenziale, creando per loro quelle opportunità che oggi per molti aspetti mancano. Da ciò dipenderà l’alternativa tra la valorizzazione del loro contributo e lo spreco di una grande opportunità di rinnovamento”.

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