Benno Neumair, il figlio di Laura Perselli e Peter Neumair, la coppia di Bolzano scomparsa il 4 gennaio, è stato fermato. La Procura blinda dietro il segreto istruttorio le novità che hanno portato a un provvedimento atteso da giorni. Ma si pensava che la mole di indizi raccolti a carico del figlio (già indagato) non fossero ancora tali da costituire delle prove gravi con cui chiedere un provvedimento di custodia cautelare. Invece i carabinieri del Comando Operativo di Bolzano e gli analisti del Ris sono riusciti a trovare elementi tali da indurre un procuratore prudente come Bramante (con i sostituti Igor Secco e Federica Iovene) a ordinare il fermo.

Un mese sotto i riflettori e una mole di elementi che si sono aggiunti, giorno dopo giorno, hanno portato all’epilogo. “Solo con il ritrovamento dei corpi di Peter Neumair e Laura Perselli potremo chiudere il caso”, aveva detto un investigatore, riferendosi alle ricerche nel fiume Adige, dove presumibilmente sono stati gettati i cadaveri della coppia di insegnanti in pensione, rispettivamente di 63 e 68 anni. Non è stato necessario. I magistrati e i carabinieri hanno scoperto qualcosa di decisivo, probabilmente dall’analisi dei reperti, nella casa dei Neumair, sull’auto del padre o sui vestiti indossati da Benno la sera del 4 gennaio, che aveva lasciato a casa di un’amica dove aveva trascorso la notte. Secondo gli inquirenti, nel bagagliaio aveva i corpi dei genitori, che poi ha gettato nel fiume.

Ma cerchiamo di mettere assieme i tasselli di questa storia. Almeno una quindicina sono gli indizi raccolti dai carabinieri e dai Pm. Eccoli:

UN RITARDO DI 20 ORE. La scomparsa di Peter e Laura viene denunciata nel primo pomeriggio di martedì 5 gennaio da Benno e dalla zia Carla Perselli, sorella di Laura. Ma è dalla sera prima alle 19, per sua stessa ammissione, che il figlio non vede i genitori. Non si preoccupa quando alle 20, tornato a casa da un giro in bicicletta, trova la casa deserta. Sono usciti, dice. Si limita a una chiamata a vuoto alla madre e a un messaggio WhatsApp: “Dormo fuori, ci vediamo domani”. Non si preoccupa quando torna alle 5.30 del mattino successivo e vede la porta della camera dal letto chiusa: “Ho pensato che dormissero”. Rimane fino alle 8, fa colazione, ma non si svegliano. Poi esce senza fare una piega. Va a passeggiare con il cane sul pianoro del Renon. Solo una telefonata della sorella Madè, medico a Monaco di Baviera, lo induce a tornare a Bolzano. Verifica che i genitori non ci sono e dà l’allarme. E’ un’indifferenza perlomeno sospetta.

“ERANO VESTITI COSI’…”. Benno non vede i genitori uscire, la sera di lunedì, eppure descrive il loro abbigliamento in un’intervista. Poi capisce che può conoscere quei dettagli solo chi li ha visti uscire e si corregge: “Lo penso in base ai vestiti mancanti”.

PATTINAGGIO NOTTURNO. Improbabile appare anche il riferimento ai pattini da ghiaccio che Benno ha detto essere spariti dalla casa, adombrando un’improbabile uscita notturna dei genitori. “Devono cercare nei laghetti della zona”.

I CELLULARI SI SPENGONO. I cellulari di Peter e Laura si sono spenti attorno alle 21.30 del 4 gennaio. Vengono agganciati per l’ultima volta al Ponte Roma, a sud di Bolzano, dove una telecamera riprende la Volvo di Peter Neumaier, guidata dal figlio.

UN VIAGGIO TROPPO LUNGO. Benno ha detto di essere andato a trovare un’amica, Martina, una commessa di origini argentine, che vive a Ora. Il percorso dura 25 minuti, ma il ragazzo impiega un’ora, visto che è partito da casa, in via Castel Roncolo, circa alle 21 ed è arrivato dopo le 22. La sua auto viene ripresa alla galleria di Laives (circa a metà strada) alle 21.57. Perché ha impiegato il doppio del tempo?

UN “BUCO” DI MEZZ’ORA. Benno ha spento il proprio cellulare per circa mezz’ora, dopo essere passato da ponte Roma. Perché? Cosa ha fatto? Ha detto di essersi fermato vicino a un laghetto per la pesca. E’ rimasto in auto, ha ascoltato musica e si è rilassato. Questo è un vuoto cruciale. A poca distanza c’è il ponte di Vadena. Il ragazzo confessa ai carabinieri di aver fumato uno spinello.

SANGUE SUL PONTE. La vera svolta è venuta da alcune macchie di sangue trovate sulla neve, vicino al parapetto del ponte. Il Ris, grazie al Dna estratto dallo spazzolino da denti, accerta che è di Peter Neumair. Per questo gli investigatori cominciano a fare domande a Benno sulla sua deviazione, rispetto alla strada Bolzano-Ora. Il sangue dimostra che il padre è stato portato fin lì e gettato in acqua assieme alla compagna Laura (non erano sposati anche se vivevano assieme da 35 anni).

I VESTITI LAVATI. La serata con Martina, a Ora, dura circa sette ore. Quando Benno arriva va a farsi una doccia. Lascia i vestiti sul pavimento del bagno e si cambia con altri indumenti puliti che si è portato in una borsa. La ragazza glieli lava il giorno dopo e li consegna ai carabinieri un paio di giorni dopo una perquisizione. E’ indagata per favoreggiamento, ma era all’oscuro di tutto. “Non avevano macchie di sangue” ha detto, giustificandosi. Anche quei vestiti sono stati analizzati dal Ris.

SANGUE SULL’AUTO. La pista del sangue porta anche alla Volvo. I Ris l’hanno smontata e trovato tracce ematiche sulla portiera di guida e del liquido.

UN TAGLIO AL DITO. Benno aveva una ferita a un dito. “Me la sono procurata in bicicletta”, ha spiegato, riferendosi proprio al 4 gennaio. I carabinieri sospettano che fosse l’effetto di una colluttazione.

L’ACQUA OSSIGENATA. In auto i carabinieri hanno trovato una bottiglia da 800 cl di acqua ossigenata. Benno l’ha acquistata in un emporio, chiedendo se fosse utile per pulire macchie (anche di sangue).

VOLEVA LAVARE L’AUTO. Benno ha cercato di lavare la Volvo in un autolavaggio. “È arrivata un’auto con a bordo un ragazzo e una ragazza, poi sono arrivati i carabinieri che li hanno fermati e hanno portato via il giovane”, raccontano i testimoni. Infatti, i militi lo pedinavano e hanno impedito che Benno cancellasse importanti tracce.

UNA REAZIONE ANOMALA. C’è poi l’aspetto psicologico. Benno è apparso fin da subito freddo, distaccato, lucido, nonostante la scomparsa dei genitori. Subito ha detto: “Sto collaborando con gli investigatori e stiamo escludendo una ad una tutte le piste”. Pochi giorni fa: “Tutto lo stress ricade su di me e solamente l’idea di raccontare questa storia mi fa venir da vomitare”.

LITI IN FAMIGLIA. Alla ricerca di un movente, i carabinieri hanno cercato di ricostruire il clima della famiglia Neumair. Benno, appassionato di culturismo e laureato a Innsbruck in Sport e scienze motorie, era tornato a Bolzano un anno fa. Prima viveva in Germania e in Spagna. I genitori avevano cercato di aiutarlo perché aveva avuto problemi di dipendenza da anabolizzanti. Pare che le liti non fossero infrequenti. I genitori avrebbero voluto che andasse da vivere in un appartamentino nella stessa casa. Lui non era d’accordo. Ma c’erano anche dissapori sulla vita comune e sulla affidabilità del giovane, di cui la madre parlava poco con le amiche.

I SOSPETTI DEI PARENTI. Che qualcosa non andasse lo si è capito dalla reazione della sorella Madè e degli zii. Madè fa il medico in Germania, ma da quando è tornata per seguire le ricerche, non ha avuto contatti con il fratello. Dopo che era stato indagato lo ha implorato di parlare: “Voglio sapere cosa è accaduto quella sera”. La zia Carla: “Mio nipote deve dire la verità”. Pare che quel momento sia arrivato.

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Benno Neumair arrestato: è accusato di aver ucciso i suoi genitori a Bolzano. Il legale: “Non c’è stata alcuna confessione”

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