Prosegue lo sviluppo del prossimo telescopio spaziale della NASA, lo Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer, o SPHEREx. La missione è ufficialmente entrata nella Fase C. L’agenzia ha infatti approvato i piani di progettazione preliminare per l’osservatorio e si può iniziare a lavorare sulla creazione di un progetto definitivo e dettagliato, nonché sulla costruzione dell’hardware e del software. L’obiettivo? Indagare e studiare la teoria del Big Bang e le origini delle galassie.

La missione spaziale prevedrà l’utilizzo di un telescopio spaziale di 1,2 tonnellate e dalle dimensioni pari a quelle di una piccola automobile. Il lancio del telescopio è previsto per giugno 2024. SPHEREx utilizzerà strumenti in grado di analizzare la luce infrarossa: l’analisi di questi dati potranno rivelare la composizione delle stelle e di altri corpi celesti in modo da aiutare gli scienziati a stimare la loro distanza dalla Terra e a creare una mappa spettroscopica 3D a cielo pieno nello spettro dell’infrarosso.

Grazie a questa mappa gli scienziati credono di poter trovare prove su un fenomeno chiamato inflazione, ovvero una teoria che ipotizza che l’universo poco dopo il Big Bang abbia attraversato una fase di espansione estremamente rapida, dovuta a una grande pressione negativa. Secondo i ricercatori la prova di ciò sarebbe nel modo in cui le galassie sono posizionate nell’universo e in questo senso i dati forniti da SPHEREx serviranno a mapparle in 3D l’una rispetto all’altra.

In secondo luogo, gli scienziati intendono studiare la storia della formazione delle galassie, partendo dalle prime stelle formatesi dopo il big bang e arrivando alle galassie odierne. SPHEREx lo farà studiando il debole bagliore creato da tutte le galassie nell’universo. Il bagliore, che è il motivo per cui il cielo notturno non è perfettamente scuro, varia attraverso lo spazio perché le galassie si raggruppano insieme. Creando mappe in diversi colori, gli scienziati di SPHEREx possono capire come la luce è stata prodotta nel tempo e iniziare a scoprire come le prime galassie abbiano formato le stelle.

Infine, Il telescopio spaziale esaminerà anche le stelle nella propria galassia alla ricerca di acqua e molecole organiche congelate, perché secondo gli scienziati le nuvole di gas intorno alle galassie potrebbero “seminare” i pianeti con acqua e molecole organiche sospese tra le “nuvole” cosmiche di gas. Gli scienziati vogliono sapere con quale frequenza i materiali di sostentamento vitale come l’acqua vengono incorporati nei giovani sistemi planetari. Questo li aiuterà a capire quanto sono comuni sistemi come il nostro in tutto il cosmo. Per entrare nella fase successiva, occorreranno circa 29 mesi, durante i quali la NASA dovrà finalizzare la progettazione e la costruzione dei componenti, prima di entrare nella fase successiva di assemblaggio e test.

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