È polemica sul Bilancio di previsione finanziario 2021/2023, 523 milioni di euro nel triennio, approvato dall’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche nella seduta del 29 dicembre 2019. La nuova Giunta di destra non conferma la concessione dei 70mila euro di contributo annuo all’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche, già ipotizzato nel Bilancio di Previsione dalla passata amministrazione Ceriscioli, e la sinistra insorge gridando alla vendetta politica. L’assessore al Bilancio: “Mancata rendicontazione di fondi già assegnati”.

Il nuovo esecutivo in carica da ottobre 2020 aveva già annunciato il “cambiamento di paradigma”. Ma ora, al giro di boa del primo triennio di programmazione economica con cui entrare nel vivo della funzione di indirizzo politico-amministrativo, c’è chi protesta e definisce la mancata conferma del finanziamento come un atto di revanscismo. Così Maria Paola Alviti, Presidente dell’Istituto Provinciale di Storia Contemporanea ISML di Ascoli Piceno, colpito dal provvedimento, accusa “un interesse a soffocare una voce dissonante e forse scomoda” e su Facebook scrive: “Governare significa gestire il patrimonio culturale comune di una società e non minarlo per ragioni di parte. Davanti a un atto del genere, viene spontaneo chiedersi se chi governa la nostra Regione abbia o meno, tra i suoi obiettivi fondamentali, la crescita della vita democratica e della conoscenza della nostra società”.

Sottolineando le funzioni degli istituti in ambito divulgativo e formativo, nonché di conservazione del patrimonio e del rispetto dei valori fondanti della Costituzione, quindi, Alviti conclude: “Riteniamo di essere una voce libera che ha sempre mantenuto una propria autonomia e distanza dai condizionamenti partitici, in grado di dare linfa al dibattito democratico. Una Giunta regionale che nasce da un processo democratico, in uno Stato democratico, dovrebbe avere a cuore i nostri stessi valori in fatto di democrazia e possibilità di confronto, pertanto, auspichiamo che, valutata tutta la portata simbolica del fatto, voglia ritornare sulla sua decisione”.

Parla di un “attacco indecente ai valori della nostra democrazia, alla storia e alla memoria della nostra terra, alla nostra identità culturale” anche il fermano Francesco Verducci, senatore Pd, che sui social parla dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche – nato nel 1970, insieme alla Regione Marche – come di “una delle realtà più simboliche e prestigiose della nostra Regione” e ricorda come “una legge regionale del 1973 ne prescrive il finanziamento. Una cifra molto modica in realtà, ma che ha un grande valore perché tiene vivo lo studio di giovani ricercatori intorno a vicende e personalità cui dobbiamo tutto quello che abbiamo di più importante: la libertà dall’oppressione nazi-fascista. Tutto questo è stato sfregiato e oltraggiato dalla Giunta di destra che da qualche mese governa la Regione Marche. Hanno cancellato dal bilancio le risorse stanziate per l’Istituto”. E chiude: “Il Movimento di Liberazione appartiene a tutti, non ad una parte. È grazie a quelle donne e a quegli uomini se oggi chi governa le Marche ha potuto candidarsi a libere elezioni e vincerle. Il neopresidente Acquaroli, già tristemente noto per la partecipazione alla cena fascista di celebrazione della Marcia su Roma, dimostri di avere un minimo di rispetto per la Regione che ha l’onore di governare e ripristini immediatamente le risorse per la vita dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche”.

Analoga richiesta “di rivedere la propria decisione e di ripristinare i fondi tagliati” è anche quella del movimento di impegno civile Dipende da Noi – presentatosi proprio alle ultime elezioni regionali con Roberto Mancini candidato Presidente (2,3%) – che ha diffuso una nota in cui sottolinea il riferimento alla famigerata cena, ma non manca di indirizzare una sferzante stoccata anche alla precedente giunta Ceriscioli, parlando di un “nuovo” bilancio che è “un copia incolla dei precedenti. Testimonianza palese dei limiti di questo esecutivo e insieme conferma dell’intercambiabilità di soggetti della politica, prigionieri delle medesime gabbie valoriali, governabilità, privatizzazioni, aziendalizzazione dei servizi pubblici. Così non potendo distinguersi nei fatti, il Presidente Acquaroli, lo stesso che il 28 ottobre del 2019 si è trovato ‘inconsapevolmente’ a festeggiare l’anniversario della Marcia su Roma in una conviviale del suo partito con tanto di menù nostalgico, ha scelto la ‘vendetta’ tagliando fondi e sussidi ad associazioni che in questi decenni hanno contribuito alla tenuta e alla crescita democratica della nostra comunità”.

Nel mirino, in discussione bilancio, erano finite anche altre associazioni e manifestazioni – dall’Istituto Gramsci Marche all’Anpi, passando per il Festival Musicultura (nel 2021 alla sua 32esima edizione) – chiamate in causa dal consigliere regionale di Fratelli D’Italia Pierpaolo Borroni che additava “18 pagine di richieste puntuali di consiglieri della maggioranza di sinistra che alimentavano un sistema clientelare durato anni”. Dall’ufficio stampa della Regione, a cui Ilfattoquotidiano.it ha chiesto un commento, per voce dell’assessore al Bilancio Guido Castelli hanno risposto: “A Musicultura non è stato tolto nulla e sull’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione abbiamo registrato la mancata rendicontazione di fondi già assegnati.”

Articolo Successivo

Crisi di governo, D’Alema: “Non si manda via l’uomo più popolare del Paese per fare un favore a quello più impopolare”

next