Da quando è iniziata la pandemia, le persone che si sono rivolte all’Antoniano di Bologna per avere un aiuto, un pasto caldo o una mano con la spesa o a pagare l’affitto o le bollette, sono aumentate del 50%. “Ogni giorno la nostra mensa ospita 150 persone”, racconta il direttore della struttura, frate Giampaolo Cavalli. “Molte sono persone che vivono di espedienti e con poche risorse e che questa crisi ha messo ulteriormente alla prova. Ci sono le file fuori dalla porta, perché non riusciamo a ospitarli tutti dentro, non c’è posto”. Ci sono anche molte famiglie in difficoltà, genitori che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica e che hanno deciso di chiedere aiuto. Come Alessandra, mamma di una bambina con disabilità, la cui famiglia al momento è sostenuta da Antoniano. “L’ultimo anno è stato molto difficile, soprattutto per mia figlia che non ha potuto fare logopedia e psicomotricità. Anche il lavoro è stato altalenante. Ci sono tante famiglie come noi, molte si vergognano – racconta – ci sono tante storie diverse. Persone sfrattate e persone che non sanno cosa mettere in tavola ai figli. E questa cosa fa male. Qui ci aiutano in tanti modi, dalla bolletta al cibo”. E poi c’è chi è arrivato come ospite ed è rimasto come panettiere: è la storia di Johnny, che ora lavora per la mensa della struttura. ” Con il Covid le persone Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono più di trecentomila i pasti caldi serviti nelle 15 mense del progetto solidale dell’Antoniano. Il 45% in più rispetto allo scorso anno. A Natale verranno consegnate anche 60 ceste: “Sarà una giornata di festa anche per queste famiglie”.

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