Rischia di diventare un caso politico la vicenda dell’appalto per la fornitura di bombole di ossigeno in Puglia. Ad aggiudicarsi la commessa, tramite ricorso al tribunale amministrativo, è stata un’azienda milanese, la Medicair, che per la prima volta l’ha sfilata alle imprese locali del settore. E loro, che basano il 70% dei propri obiettivi industriali sull’ossigenoterapia domiciliare, ora si ritrovano con circa 200 lavoratori a rischio licenziamento. Tutta colpa della Regione che, denunciano i sindacati, non avrebbe incluso nel bando e nell’aggiudicazione della gara la clausola sociale, cioè quella che prevede la riassunzione obbligatoria dei lavoratori da parte della ditta subentrante. Ma oltre al danno c’è pure la beffa: Medicair, come conferma il patron Filippo Moscatelli a Ilfattoquotidiano.it, è stata costretta a rivolgersi alle rivali per sopperire alla mancanza di bombole durante la seconda ondata di coronavirus.

Tutto inizia nel 2018, quando la Regione con Innovapuglia bandisce una gara per fornire ad ospedali, Rsa, mezzi di soccorso e farmacie le bombole di ossigeno. Dal 2011 il servizio è affidato a Puglia life srl, che anche stavolta vince il 60% delle forniture con un ribasso del 25%. “Le gare espletate erano tese alla massimizzazione del risparmio” chiarisce il dirigente Alessandro Di Bello. La ditta che arriva seconda, però, cioè la Medicair, ricorre al Tar. I giudici inizialmente rigettano il ricorso, poi il Consiglio di Stato dà torto all’azienda pugliese perché non ha il requisito del titolo “Aic” (autorizzazione immissione in commercio). Innovapuglia, quindi, in ottemperanza alla sentenza assegna l’appalto a Medicair e ad altre società multinazionali. Le procedure vengono ultimate solo a luglio. Nel frattempo è sempre Puglia life a garantire la continuità del servizio. Nei mesi successivi, però, l’azienda milanese si ritrova a corto di bombole e chiede alle concorrenti escluse dall’appalto di rivendergliele, come conferma Moscatelli. “Ho fatto un’offerta alla Puglia life per comprare i loro contenitori nel subentro. Hanno rifiutato perché sostengono che una volta ritirati dal campo pugliese i loro contenitori sono necessari in altre località. Adesso abbiamo dovuto ricomprarli, perché una parte li avevamo, ma purtroppo dopo lo scoppio della pandemia, servendo 15 aziende sanitarie, avevamo bisogno di ordinarli”.

Il risultato è che sul territorio si sono moltiplicate le segnalazioni di carenze di ossigeno, mentre circa 200 lavoratori delle aziende estromesse dall’appalto dal 1 gennaio smetteranno di lavorare a causa dell’assenza della clausola sociale. La vicenda ora è finita fin sotto la Regione, tra le proteste degli addetti coinvolti e le diffide dei cittadini impegnati a ottobre e novembre alla ricerca delle bombole. Il dottor Maurizio Balice, responsabile di Puglia life, spiega che “dopo tanta retorica sulla necessità di garantire alcuni asset strategici per la sanità e di cavalcare una sorta di federalismo sanitario, ai fatti si azzera l’’apporto meridionale’ al settore e si va a rinforzare il ‘potere settentrionale'”. Della vicenda si sta interessando pure la giunta Emiliano attraverso il presidente della Task force regionale sull’occupazione Leo Caroli: “Stiamo seguendo questa vertenza con la Task force occupazione della Regione Puglia e già la prossima settimana sarà convocato il Tavolo con i sindacati alla presenza del direttore Dipartimento promozione della salute. Sul piano giuridico, c’è una sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che i servizi sono legittimamente affidati ad altre aziende. Tuttavia, vorremmo evitare la dispersione del patrimonio di competenze detenuto dai lavoratori che hanno garantito negli scorsi mesi un servizio di qualità”.

Riceviamo e pubblichiamo

Con riferimento alle affermazioni “l’appalto è stato vinto per la prima volta da Medicair, un’azienda milanese, che l’ha sfilata alle imprese locali del settore” e ancora “ad aggiudicarsi la commessa, tramite ricorso al Tribunale Amministrativo, è stata un’azienda milanese, la Medicair, che per la prima volta l’ha sfilata alle imprese locali del settore” si precisa che:

  • Il Gruppo Medicair, operante sull’intero territorio nazionale, è presente nella Regione Puglia fin dall’anno 1996, tramite la società Medicair Sud Sri, con 3 propri stabilimenti, siti in Bari, Soleto e Taranto, con impiego di manodopera locale e utilizzo prevalente di
    fornitori presenti nel territorio;
  • Il nuovo appalto indetto dalla Regione Puglia tramite una gara d’appalto centralizzata (come previsto dalla vigente disciplina del Codice dei Contratti Pubblici) è suddiviso in 6 lotti, corrispondenti a ciascuna delle 6 Province pugliesi, di cui solo 2 aggiudicati a
    Medicair Sud Sri (in Raggruppamento d’impresa con la società Vivisol srl) mentre nessuna menzione è stata fatta in ordine agli altri operatori aggiudicatari;
  • prima dell’attuaie e nuova aggiudicazione, dall’anno 2011, il servizio di ossigenoterapia è stato gestito (ma questo vale anche nelle more del completo avvio del nuovo appalto), per l’intero territorio regionale, tramite l’Istituto dell’ Accreditamento Regionale (Accordo Quadro) e operato contemporaneamente da ben 12 distinte società (e quindi non solo da Puglia life), tra cui, oltre alla stessa Medicair Sud Sri, anche altre diverse realtà operanti a livello locale e nazionale.

La Direzione Affari Legali
MedicAir Italia srl

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