“Non dobbiamo avere paura di intervenire a livello locale, in determinate zone dove i numeri del contagio sono più alti. Non è vero che i provvedimenti mirati non servono“. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, prende le distanze dalle dichiarazioni di altri governatori italiani, Attilio Fontana e Giovanni Toti in testa, che invece invocavano “misure omogenee” in tutte le aree italiane. “In queste ore si stanno valutando misure che siano in equilibrio, non invasive – ha spiegato – È giusto legare le regole al tasso di contagio dei territori. Se c’è rischio di saturazione di posti letto in una zona è giusto intervenire”.

Parlando a Mezz’ora in più, su Rai3, il leader del Pd ha poi rivelato che sul tavolo del governo, come chiesto dai presidenti di centrodestra, ci sono in effetti dei provvedimenti a livello nazionale, ma che potrebbero poi essere integrati da restrizioni ad hoc per le aree più colpite, ma “nessuna delle regioni è vicina al lockdown totale”. E lascia intendere che le nuove misure riguarderanno anche le scuole: “L’insegnamento a scuola è sacro, in particolar modo per i bambini che frequentano elementari e medie – ha detto – Ma non mandare a scuola i ragazzi delle superiori nelle aree dove l’indice di contagio è alto non è uno sfregio. Anzi, la didattica a distanza può salvare l’anno scolastico“. Stesso ragionamento sul futuro di cinema e teatri: “Chiudere un cinema o un teatro per 30 giorni potrebbe essere l’unico modo per permettere a questi luoghi di sopravvivere, con le persone che saranno pronte a tornare quando la situazione sarà più sicura”.

In questo momento, però, “l’imperativo è abbassare la curva” dei contagi, ha spiegato. E si è scagliato contro coloro che continuano ad attaccare per le restrizioni: “Ora combattiamo, ma in un clima nuovo in cui non chiedo a nessuno di fare il capro espiatorio. Il nemico è il virus, non le regole. In moltissimi hanno fatto retorica, non solo in politica, penso a chi diceva ‘la mia attività è sicura’. Il virus può colpire tutti”. E aggiunge: “Il dibattito c’è stato e c’è, ma l’importante è che nelle prossime 48 ore si chiuda. La differenza era sul come. Ho difeso la chiusura dei teatri e dei cinema ma non accetto di essere accusato di essere contro la cultura. È palese che c’è stata un’aggressione di chi si toglieva la mascherina“.

In questo clima, secondo il governatore del Lazio, è molto difficile poter avviare un dibattito costruttivo sui provvedimenti da prendere per contrastare l’avanzata del virus: “Abbiamo bisogno di un clima diverso sul Recovery Fund, non solo sul Covid. Non possiamo tornare alla situazione pre-Covid. Era un’Italia troppo ingiusta, che cresceva poco. Ora dobbiamo pensare a un Paese diverso totalmente. Su punti strategici sulla vita umana e sugli investimenti Ue dovremmo cercare un confronto con l’opposizione. A me dispiace che si sia rifiutata la cabina di regia. Va bene, niente cabina di regia, ma rimanga la sostanza. È un tentativo da portare avanti. Vedo difficile creare un luogo di confronto permanente, ma almeno un cambio di clima. Credo che presto sia possibile arrivare a un tavolo”.

E si rivolge anche ai cittadini invitandoli a rispettare le regole senza cercare di aggirarle: “Le regole sono importanti, bisogna abbassare i contatti tra le persone. Quelle stabilite in estate non sono bastate. Ora accanto alle regole serve responsabilità. Stanotte sono state interrotte feste con centinaia di persone. Serve chiarezza sulle regole, ma quello che ci ha salvato è la responsabilità delle persone”.

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