L’accesso a parchi, giardini pubblici e aree gioco è consentito “a bambini e adolescenti di età da 0 a 17 anni, con l’obbligo di accompagnamento di un genitore o da un altro adulto responsabile se necessario“. Gli accompagnatori devono “attuare modalità di accompagnamento diretto dei bambini minori di 14 anni” e “rispettare le prescrizioni sul distanziamento fisico e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione, e vigilare sui bambini che si accompagnano. Nel caso di bambini con più di 6 anni, l’accompagnatore deve vigilare affinché questi rispettino le disposizioni di distanziamento fisico e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”. Sono le indicazioni contenute nell’allegato A del Dpcm del 18 ottobre, che contiene le norme per poter accedere nelle aree verdi pubbliche e alle attività di educazione all’aperto organizzate.

Le norme previste mirano, si indica nel testo, a bilanciare “il diritto alla socialità, al gioco e in generale all’educazione dei bambini e degli adolescenti” con la “necessità di garantire” la tutela della salute. Il governo sottolinea come servano “indicazioni chiare circa i necessari protocolli operativi da adottare durante le attività, sia sui minori, che per garantire appropriate condizioni igieniche ai locali e ai diversi materiali impiegati”. I principali punti di riferimento sono “l’organizzazione delle attività in piccoli gruppi nel caso di bambini più grandi e degli adolescenti, evitando contatti tra gruppi diversi”, poi “l’attenta organizzazione degli spazi più idonei e sicuri, privilegiando quelli esterni e il loro allestimento per favorire attività di piccoli gruppi”, infine una “attenzione particolare agli aspetti igienici e di pulizia“.

L’accesso ai parchi, ai giardini pubblici e alle aree gioco deve realizzarsi, prescrive quindi l’allegato del Dpcm, “da parte dei bambini e degli adolescenti di età da 0 a 17 anni, con l’obbligo di accompagnamento da parte di un genitore o di un altro adulto responsabile, ove necessario”. E’ necessario, inoltre, “non produrre assembramenti e garantire il distanziamento fisico compatibile con le attività di assistenza e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”. Inoltre, il gestore dell’area, deve “disporre la manutenzione ordinaria dello spazio” e “posizionare cartelli informativi”. Per quanto riguarda le responsabilità dell’accompagnatore, deve “attuare modalità di accompagnamento diretto dei bambini minori di 14 anni, con particolare riguardo a quelli nei primi 3 anni di vita e ai soggetti con patologie di neuropsichiatria infantile, fragilità, cronicità”. Inoltre, nel caso di bambini con più di 6 anni, “l’accompagnatore deve vigilare affinché questi rispettino le disposizioni di distanziamento fisico e sull’utilizzo dei Dpi”, come le mascherine.

“Credo che la scelta di accompagnare i minori sotto i 14 anni sia utile per verificare il non assembramento, il distanziamento e l’uso della mascherina”, commenta Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). “E’ chiaro che se un ragazzo va al parco pubblico con gli amici dopo un po’ faranno probabilmente assembramento“, sottolinea Biasci. Che poi aggiunge: “Diverso è andare accompagnati da un adulto che, chiaramente, può vigilarli“.

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