I ricchi emiri di Etihad dovranno attenersi ai tempi non proprio veloci del ramo civile della giustizia italiana. È quanto ha deciso la Cassazione riguardo alla vicenda dell’Air Force Renzi e, nella fattispecie, al contratto di leasing siglato ai tempi dall’esecutivo guidato dall’attuale leader di Italia Viva e stracciato nel 2018 dal primo Governo Conte. Secondo i giudici non è infatti percorribile – come avrebbero voluto i legali di Etihad – la strategia di far decidere ai più celeri giudici amministrativi del Tar se Alitalia poteva stracciare il contratto di leasing, per circa 150 milioni di euro in otto anni, dell’Airbus voluto nel 2016 dal governo guidato da Matteo Renzi. Il quadrimotore, realizzato negli stabilimenti Airbus di Tolosa nel 2006, era destinato ad essere utilizzato nei voli di Stato.

Con l’avvento del primo governo Conte nel 2018, a maggioranza gialloverde, il contratto di leasing, fin dall’inizio fortemente contestato dai cinquestelle, venne ‘rimangiato’ con una comunicazione del 22 agosto con cui la Difesa rendeva nota ad Alitalia “la volontà governativa di recesso del rapporto” di leasing con Etihad. In particolare, a sbarrare definitivamente la strada alla competenza della giustizia amministrativa, è stata la Cassazione. Gli ‘ermellini’ delle Sezioni Unite civili hanno dichiarato oggi – con il verdetto 21433 – la giurisdizione del giudice ordinario, quindi “l’affaire milionario” finirà nel calderone del tribunale civile di Roma. Per questa soluzione si sono battuti i legali di Alitalia, e l’Avvocatura dello Stato in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, dell’Enac, dei ministeri della Difesa, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti.

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