“Mi piace pensare che noi di Seat siamo i buttadentro del gruppo Volkswagen. Puntiamo sui giovani e vogliamo coinvolgerli. Qui in Italia, ad esempio, chi compra le nostre auto ha un’età più bassa di 10 anni rispetto alla media nazionale. Abbiamo scelto una posizione ben precisa rispetto agli altri marchi di famiglia, così non rischiamo di sovrapporci”. E’ insieme una dichiarazione d’intenti e una sfida quella lanciata dal direttore generale di Seat Italia, Pierantonio Vianello.

Che rende merito e rilancia il lavoro fatto da un altro italiano fino a poco tempo fa, quel Luca De Meo passato al timone del gruppo Renault dopo aver condotto proprio Seat, determinante nel trasformare il marchio di Barcellona da brutto anatroccolo a splendido cigno nello stagno del colosso di Wolfsburg. Donandogli quella dignità che per troppo tempo il distacco teutonico gli aveva negato. E, soprattutto, riportandolo al guadagno dopo tempo immemore.

Così anche questo 2020 così “sfidante”, tanto per rubare un termine ai guru di marketing e numeri, non trova impreparati gli uomini di Martorell: dopo un inizio anno col botto (a gennaio-febbraio +6% nel mondo e +18,4% in Italia), e il comprensibile ridimensionamento durante i mesi di lockdown e quelli successivi (fino all’introduzione degli incentivi statali), da settembre in poi stanno lentamente ma con costanza macinando per tornare ai ritmi dello scorso anno. Che in Italia, ad esempio fu da record: +30% di vendite.

Ogni rilancio, nondimeno, passa dai prodotti. E Seat ne schiera a volontà, sia nuovi che rinnovati. Basti pensare che solo questo mese stanno arrivando Leon, Leon Sports Tourer, Ateca e Tarraco FR (delle utime due parleremo tra poco). E che parimenti la costola sportiva del marchio, ovvero Cupra, sta facendo debuttare la prima vettura progettata autonomamente: lo sport utility ad alte prestazioni Formentor.

Senza dimenticare l’impegno sulla digitalizzazione per gli acquisti online, e la novità della rete italiana di vendita Cupra separata da quella Seat, a partire dal 1 di novembre. Come pure il commitment sull’elettrificazione, dove sono preventivati investimenti di 5 miliardi di euro da parte del gruppo Vw tra il 2020 ed il 2025. Che per la casa di Martorell significa poter proporre, a marchio Seat e Cupra, diversi modelli ibridi (Leon, Tarraco, Formentor) ed elettrici (El-born, Mii). Una mobilità, quella ad emissioni zero, che si declinerà anche nella nuova moda (non troppo gradita a chi scrive) dei monopattini a batteria (Seat ne offre uno con due livelli di autonomia al prezzo di 799 euro), e più in là degli e-scooter.

Dicevamo delle novità in rampa di lancio, Ateca e Tarraco Fr. Entrambe appartenenti al pilastro della strategia commerciale Seat: perliamo dei suv ovviamente, che pesano per il 60% delle vendite del marchio spagnolo nel nostro Paese e per il 50% nel mondo.

Il restyling della Ateca porta in dote un design complessivamente più evoluto, con griglia centrale e fari ridisegnati, e tante novità all’interno, come tappezzerie, volante e illuminazione. Ma soprattutto connettività: a disposizione c’è Seat Connect, che attinge allo stato dell’arte della tecnologia del gruppo Vw, con e-sim incorporata e la possibilità di gestire diverse funzioni da remoto (climatizzazione, stato del veicolo, etc). Anche la sicurezza è stata attenzionata, con sistemi di assistenza di ultima generazione che collocano l’Ateca ad un livello II di guida autonoma. Tra questi, la chicca del park assist con rimorchio.

Il parco motori, poi, è stato arricchito con un diesel da 115 cavalli oltre a quelli già disponibili. Anche se non toglierà la palma del più apprezzato al 1.5 benzina TSI. Disponibili 4 allestimenti (Reference, Business, FR e Xperience), con prezzi che partono da 19.900 euro.

L’altra novità è la versione più dinamica della Tarraco, denominata FR. Che può ora contare su un’offerta di motori rinnovata, a partire dal nuovo 2.0 turbodiesel da 200 cavalli. Complessivamente ha un look più grintoso con caratterizzazioni estetiche forti, come la griglia anteriore e gli spoiler e diffusore posteriori. Da non sottovalutare il fatto che verrà prodotta a Wolsfburg, dunque col massimo della qualità costruttiva che il gruppo Vw può offrire. Il prezzo? Parte da poco sotto i 30 mila euro: 29.550, per la precisione. Ne arriverà, come detto, anche una versione ibrida plug-in: accanto al motore elettrico, avrà un 1.4 TSI da 245 Cv. Il powertrain, oltre a garantire emissioni sotto i 50 g/km di CO2, consentirà anche di viaggiare in modalità elettrica pura per 50 chilometri.

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