Il passaggio davanti a tutti sul Monte Grappa, l’attacco in discesa e la vittoria davanti a Ivan Basso e Michele Scarponi. Il 24 maggio 2010 Vincenzo Nibali conquistava la sua prima tappa al Giro, la Ferrara-Asolo. Lui, con Basso e Scarponi: gli ultimi tre italiani capaci di trionfare nella corsa Rosa. Un decennio dopo l’Italia si aggrappa ancora allo Squalo, che nel frattempo ha vinto tutto ma a novembre compirà 36 anni e non vince una grande corsa a tappe dal 2016. Il 103esimo Giro d’Italia di ciclismo scatta dalla cittadina normanna di Monreale, alle porte di Palermo, con una cronometro lunga 15 km che porterà nel cuore commerciale del capoluogo siciliano. Da lì partirà la risalita della penisola, lunga 3.497,9 chilometri, tra gli inediti colori dell’autunno. Tutti parlano dell’incognita coronavirus, del rischio che i tamponi possano stravolgere la gara: la variabile certa invece sarà il meteo. Si riuscirà a salire sull’Etna? A Roccaraso, come sullo Stelvio, sul Colle dell’Agnello, l’Izoard o a Sestriere? Il maltempo potrebbe ridisegnare percorso e classifiche. Il grande favorito è Geraint Thomas, pure lui non proprio di primo pelo: ha 34 anni, ha vinto il Tour 2018 e vuole conquistare la prima vittoria italiana per la Ineos. E poi, c’è Simon Yates, già maglia rosa per diversi giorni al Giro 2018, vincitore della Vuelta nello stesso anno e recente trionfatore alla Tirreno-Adriatico, proprio davanti a Thomas. Ecco, il rischio è che questo Giro sia un’affare tra britannici: l’unico azzurro che può insidiarli è ancora una volta Nibali.

IL PERCORSO – Al Tour i francesi hanno pianto ancora una volta per le imbarcate dei loro aspiranti campioni, ma si sono divertiti un bel po’ grazie soprattutto alle magie del vincitore, Tadej Pogačar. Per il resto la corsa è rimasta spesso bloccata dalla corazzata Jumbo e da Primoz Roglic, alla fine grande sconfitto. Il Giro non offre lo stesso parterre di nomi alla partenza, ma ha tutte le carte in regola per essere molto più frizzante. Insomma, la speranza è che il divertimento arrivi prima del weekend finale, quando ci saranno in sequenza il Sestriere e poi la classica cronometro milanese. Magari già alla terza tappa sull’Etna, oppure la domenica successiva a Roccaraso. C’è un’altra cronometro bella mossa (in tutto sono 64,9 i km di crono) tra le colline del Prosecco. Poi uno dopo l’altro Piancavallo, Madonna di Campiglio e Stelvio. Senza contare tutte quelle tappe altimetricamente nervose che solo i percorsi italiani sanno regalare. Altre numeri? I Gran Premi della Montagna saranno cinquanta. La Cima Coppi lo Stelvio, 2758 metri, in una tappa da 5400 metri di dislivello. Poi il Colle dell’Agnello (2744 metri) e l’Izoard (2360) con la magia della pietraia della Casse Deserte.

I FAVORITI – Pane per le caratteristiche di Yates, che infatti due anni fa dominò fino all’arrivo delle vere salite. Ora dovrebbe essere più preparato, più solido. Della terza settimana avrà disperatamente bisogno invece Nibali: di solito è il suo terreno e il primo accenno di una buona condizione è arrivato solo al Mondiale. Deve sperare che il maltempo non tolga di scena qualche grande scalata: meno duro è il percorso, più gli altri saranno favoriti. Thomas dà la sensazione di essere il più completo: quello che meglio ha preparato il percorso di avvicinamento al Giro, che potrà sfruttare i km a cronometro e difendersi in salita. È l’uomo da battere. Non dovrà difendersi solo da Nibali e Yates: attenzione all’olandese Steven Kruijswijk che il Giro d’Italia se lo vide scippare proprio da Nibal nel 2016. Ha saltato il Tour – dove avrebbe fatto il gregario – per una caduta, ma potrebbe regalare alla Jumbo la rivincita dopo la beffa francese. Poi, ancora: Jakob Fuglsang, il danese dell’Astana che ha vinto l’ultimo Giro di Lombardia e potrà contare su Miguel Angel Lopez. Al suo fianco ci sarà pure il 24enne russo Aleksandr Vlasov, uno a cui fare grande attenzione: il Tour ha dimostrato, con la vittoria finale di Pogacar ma non solo, che i giovani hanno più facilità ad adattarsi a condizioni nuove. Finiscono invece nella categoria outsider sia il polacco Rafal Majka che il passista-scalatore olandese Wilco Keldermann. Mentre merita una citazione Domenico Pozzovivo, che proverà ancora a curare la classifica generale per la NTT.

GLI ALTRI NOMI – Non sarà della partita il campione uscente, l’ecuadoriano Richard Carapaz, reduce dalle fatiche del Tour. Sarà solo un gregario Giulio Ciccone, l’anno scorso miglior scalatore e maglia azzurra e quest’anno fermato dalla positività al Covid-19: senza una grande condizione, si metterà al servizio di Nibali. Per la vittoria finale, il siciliano resta l’unica speranza del movimento italiano. Che spera di rifarsi sugli altri terreni: Elia Viviani, deludente in Francia, sfiderà agli sprint Fernando Gaviria, Arnaud Démare e Caleb Ewan. In volata ci sarà anche Peter Sagan, che punterà alla maglia ciclamino ma per le vittorie di tappa dovrà stare attento anche a Michael Matthews e Diego Ulissi. Ci proverà anche Alessandro De Marchi. Per le crono un solo nome: Filippo Ganna, che rinnoverà il duello con Rohan Dennis. Loro due, assieme a Victor Campenaerts, Tony Martin e Jos Van Emden, andranno a caccia della prima maglia rosa, a Palermo. In tutto 22 squadre e i 176 corridori: le formazioni italiane invitate sono Androni-Sidermec, Bardiani-Csf e Vini Zabù-Ktm.

COSA CAMBIA COL COVID – C’è ovviamente grande attenzione per le misure sanitarie anti-coronavirus. La vigilia della corsa è stata scandita dai tamponi: il protocollo ne ha previsti due obbligatori a 6 e 3 giorni dal via per corridori e staff. Poi ci saranno quelli a Giro in corso: le regole non prevedono – come al Tour – l’esclusione di una squadra nel caso di due positività all’interno dello stesso team. Il contagio sarà gestito tramite isolamento del positivo e tamponi tutti i giorni per il resto della squadra. Anche la vita della carovana rosa sarà ovviamente stravolta: niente pubblicità al seguito, niente tribune alla partenza e all’arrivo, dove gli ingressi saranno limitati e controllati. Come ha spiegato La Gazzetta dello Sport, il Cdi (Centro diagnostico italiano), che seguirà la corsa con due laboratori mobili per effettuare tutti i tamponi del caso. Il Giro cambia per proteggersi dalla pandemia ma anche dalle temperature inedite: le tappe saranno anticipate mediamente di un’ora, con arrivo previsto tra le ore 16 e le 16:30. Resta l’incognita meteo: per la settimana tra il 19 e il 25 ottobre sono previste giornate stabili e temperature superiori alle medie stagionali. Non resta che incrociare le dita.

Articolo Precedente

Giro d’Italia, prima del Covid: un secolo fa la pandemia di Spagnola e la corsa vinta da Girardengo dopo aver sconfitto la malattia

next
Articolo Successivo

Calcio a 5 e politica, gli intrecci tra la Divisione e Fratelli d’Italia al centro delle contestazioni della vigilanza Figc (poi archiviate)

next