Un “progressivo peggioramento” dell’epidemia di coronavirus che dura “da nove settimane” e che “si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari”. È il quadro delineato dell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sul monitoraggio dei contagi in Italia. “Un rilassamento delle misure, in particolare per eventi e iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati, e dei comportamenti individuali, anche legati a momenti di aggregazione estemporanei – avvisano Iss e ministero – rende concreto il rischio di un rapido peggioramento epidemico”. Tanto che, a fronte dei dati degli ultimi giorni, che parlano di 2.500 contagi al giorno, il governo potrebbe correre ai ripari con nuove restrizioni già con il prossimo Dpcm del 7 ottobre.

Il report Iss: “Segnali di allerta”
La situazione attuale “evidenzia importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale”. Al momento i dati “confermano l’opportunità delle ulteriori misure di prevenzione e controllo adottate dalle Regioni e dalle Province Autonome e invitano ad essere pronti all’attivazione di ulteriori interventi in caso di peggioramento”, si legge nel report. Il virus oggi “circola in tutto il Paese” e si conferma “un aumento nei nuovi casi segnalati” da oltre due mesi. Attualmente sono 3.266 i focolai attivi, di cui 909 nuovi: “Questa settimana sono stati segnalati anche 14 focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico”, si legge nel documento. Diversi invece i casi di contagi in ambito lavorativo.

Continua a salire il numero di persone ricoverate: il 27 settembre erano 2.846 in reparti Covid e 254 in terapia intensiva, mentre setti giorni prima erano rispettivamente 2.365 in area medica e 222 in terapia intensiva. “Conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva”, rileva il monitoraggio settimanale. “Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno”, avverte il report.

Contestualmente, l’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici è salito a 1,01 e sono 12 le Regioni con un Rt maggiore di 1 questa settimana. Bisogna tuttavia “interpretare con cautela – afferma il report – l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, l’Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale”.

Le ipotesi al vaglio del governo
Primo provvedimento su tutti, già operativo in alcune regioni come Lazio e Basilicata, potrebbe essere il ritorno all’obbligo di indossare le mascherine all’aperto esteso ora a tutto il Paese con il prossimo decreto che sarà firmato da Conte il 7 ottobre. Resta anche il tetto massimo di mille persone allo stadio per i match di serie A, sempre a porte chiuse invece le altre categorie, e quello di 200 al chiuso per gli eventi sportivi e non, nonostante i tentativi del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e del viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. Proprio Sileri è andato di nuovo controcorrente chiedendo una diminuzione dei giorni di quarantena in caso di contatto con un positivo da 14 a 7 giorni. Ipotesi che, vista la situazione, sembra difficilmente applicabile.

“Siamo in costante aggiornamento con il ministro della Salute e gli esperti del Cts. Torneremo a confrontarci con le Regioni e deliberemo”, ha dichiarato Conte da Bruxelles in merito all’obbligo di mascherina e ribadendo così il collegamento tra governo ed esperti. Tra gli step imminenti del governo c’è sicuramente la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio, che sarà formalizzata entro il 15 ottobre dopo “un confronto con il Parlamento”, e la firma del prossimo Dpcm mercoledì 7.

Con l’aumento di ricoveri e posti occupati in terapia intensiva (al momento rispettivamente 3.142 e 294), il governo, grazie a una procedura di gara di massima urgenza, punta al rafforzamento e incremento delle terapie intensive, all’aumento dei posti letto, alla ristrutturazione dei pronto soccorso, ai percorsi separati negli ospedali.

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