Scuola e università in Francia sono diventate i principali “cluster” di contaminazione per il Covid-19. Il dato è stato diffuso da Santé Publique France (SPF) nell’ultimo report del 24 settembre scorso: il 32% degli 899 cluster in corso di analisi alla fine della scorsa settimana riguardano infatti l’ambiente delle scuole e delle facoltà universitarie.

Con 285 focolai, il mondo dell’istruzione supera quello del lavoro, che ne conta 195. In questa classifica, seguono gli istituti di sanità (ospedali, case di riposo, ecc.) con 97, e gli eventi pubblici o privati (77). Il centro che fa riferimento al ministero della Salute non distingue fra scuole e facoltà universitarie, ma diversi esperti citati da Le Monde ritengono che “a fronte di una scarsa contagiosità dei bambini”, i giovani studenti “hanno una potenzialità di contaminazione pari agli adulti”. Le università, quindi, rappresenterebbero gran parte dei focolai che emergono nel mondo dell’istruzione in generale. Nel bollettino del 17 settembre scorso, il mondo della scuola contava 160 clusters (22% del totale) e il 10 settembre solo 26.

In Francia la situazione continua a essere molto tesa. Il ministro della Salute Olivier Véran ha invece escluso formalmente un lockdown nazionale preventivo prima di Natale, come proposto in queste ore da due premi Nobel per l’economia, Abhijit Banerjee ed Esther Duflo. Eventuali restrizioni agli spostamenti durante le vacanze di Ognissanti tra fine ottobre e inizio novembre, dipenderanno per il governo francese da “ciò che faremo nelle prossime settimane”. Intanto a Marsiglia e nella sua regione sono scattate le misure restrittive decise dal governo per arginare i contagi. A Parigi sono diventate operative le nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e sul divieto di vendere alcol dalle 22. E restrizioni analoghe sono scattate anche in tutto il nord del Paese.

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