Ogni anno, dal 2006, il cine-furgone del festival cinematografico “Libero Cinema in Libera Terra” fa tappa sui beni confiscati alle mafie e restituiti alla collettività, per raccontare attraverso il cinema storie di denuncia, di impegno, di riscatto, di diritti negati e affermati. Promosso da Libera e Cinemovel, quest’anno, a causa della pandemia, il festival tornerà con una nuova forma.

La quindicesima edizione partirà il 14 settembre e gli schermi si accenderanno in una piazza “virtuale”: quella della piattaforma MyMovies, media partner del festival. La formula virtuale era già stata sperimentata nel mese di luglio, e aveva avuto un grande successo: 5.100 spettatori avevano seguito il programma nella “sala” di Mymovies. Ora il festival torna con un itinerario di sei tappe nei territori e altrettanti film per conoscere e raccontare il mondo dell’agricoltura in un periodo dell’anno particolare. È infatti tempo di raccolta dell’uva per le tante cooperative impegnate sui beni confiscati, a cui Libero Cinema farà visita.

L’itinerario toccherà sei regioni italiane – Lombardia, Toscana, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – e in ogni tappa ci sarà un momento di scambio e dibattito con gli ospiti e con i giovani che ogni giorno sono impegnati sul campo. Poi verrà proiettato un film, scelto con la collaborazione di Fabrizio Grosoli. Per la visione, ci si potrà prenotare sulla pagina di MyMovies.

Il programma parte il 14 settembre con Untitled di Michael Glawogger e Monica Willi (2017), un viaggio tra Italia, Balcani e Africa che nel dicembre del 2013 il regista Michael Glawogger sceglie di intraprendere. La seconda sera verrà proiettato Ancora un giorno di Raúl de la Fuente e Damian Nenow (2018), basato sull’omonimo libro del reporter e scrittore polacco Ryszard Kapuscinski. Il 16 ci sarà Fuocoammare di Gianfranco Rosi (2016), Orso d’Oro a Berlino, film che ha raccontato il dramma delle migrazioni nel Mar Mediterraneo. Il quarto giorno ci sarà The Harvest di Andrea Paco Mariani (2017), una denuncia del caporalato nella zona dell’Agro Pontino. Il 19 settembre Parola d’onore di Sophia Luvarà ( 2020), un film che mette in scena un percorso in grado di contrastare la rigenerazione mafiosa. L’ultima sera il festival chiuderà con la proiezione di Fortapàsc di Marco Risi (2009), la storia di Giancarlo Siani, cronista de Il Mattino, ucciso a Napoli nel settembre del 1985.

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