“Il mio appello è stato da qualcuno frainteso e mi dispiace. Non indicavo candidati nelle regioni ma chiedevo il dialogo: era un appello al dialogo tra forze di maggioranza che ora sperimentano una operazione di governo nazionale. Quel dialogo andava fatto e va fatto”. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervistato da Peter Gomez e Antonio Padellaro alla Festa del Fatto Quotidiano (rivedi l’integrale) “È auspicabile una continuità di questa esperienza a livello territoriale. La direzione di marcia deve essere quella. Nessuno deve rifiutarsi di sedersi attorno a un tavolo”, conclude

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Conte: “Proposi Draghi come presidente della Commissione europea ma si rifiutò. Lui al mio posto? Non è un rivale, lo tirano per la giacca”

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