Da oggi è disponibile in libreria “La verità negata – Chi ha ucciso Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore” di Dario Vassallo e Vincenzo Iurillo. Ecco un estratto del libro (288 pagine, edito da Paper First) sui 10 anni senza verità riguardo alla morte del primo cittadino di Pollica, ucciso con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010

Scavando nei ricordi, mi torna alla mente un episodio rimastomi impresso, che vede protagonista mia moglie. Tornai a casa dal lavoro e trovai Ilaria arrabbiata con me. Le chiesi il motivo. «E me lo do­mandi? Sono arrabbiata perché nel rileggere poche pagine del tuo libro ho rivissuto la sensazione di solitudine e abbandono in cui ci hai lasciato in questi tre anni. Ti ho lasciato libero di agire come hai voluto, e questo è stato il prezzo che io e i tuoi figli abbiamo pagato caro. Ti chiedo se ne valeva la pena, perché l’amore che tu nutri nei confronti di Angelo è immenso e ti fa onore. Ma ricordati qualche volta che esistiamo anche noi».

Mia moglie è una persona molto buona, sensibile e amante della vita, di tutte le vite. Quando trova una lumachina nell’insalata che io colti­vo nel nostro orto e che lei sta pulendo, la riporta tra le foglie. I nostri quattro figli a dire poco l’adorano. Legge molto più di me, e nemme­no so dove trovi il tempo per farlo. È oncologa e questo basterebbe a spiegare tante cose, dato che il contatto quotidiano con i malati, e con che malati, porta in sé una capacità di comprensione totale. Mi parla spesso della sua paura per ciò che faccio. L’ha fatto soprattutto alla pubblicazione del primo libro: «Ti rendi conto che con questo libro ti farai tanti nemici! Hai fatto un elenco? No? Sarebbe lunghissimo».

«Stai tranquilla, ho lasciato scritto tutto presso un notaio e se mi succede qualcosa, l’elenco e certe cose che mi sono accadute saranno rese pubbliche».

«Ma tu sei matto! Come faccio a non essere preoccupata, se ai miei pensieri aggiungi anche che sei stato da un notaio».

«Lo so, ma questi non sono solo miei nemici, sono i nemici dei tuoi figli e dei figli che non sono nostri, sono i nemici della legalità, dello sviluppo, della cultura, sono i nemici del nostro Paese, sono quelli che hanno venduto e vendono il futuro delle nuove generazioni».

«Lo sai che rischi la vita? Ci pensi che hai me e quattro figli?»

«Certo che ci penso, ma non posso e non voglio tornare indietro. L’assassinio di Angelo deve essere risolto, chi l’ha ucciso deve andare in galera e restarci per sempre. Chiamala sfida, chiamala vendetta, io però non mi posso fermare. E questo libro ci aiuterà, ci difenderà, tutti sapranno cosa e perché stiamo cercando di fare».

«Non hai paura?»

«No, non ho paura. Voglio vivere da uomo libero e spero di non morire cercando ancora la verità».

«Allora prenditi il porto d’armi, portati una pistola, forse avrai la possibilità di difenderti. No… no… che dico, non sarebbe una buona idea, devi stare di più con noi, a casa tua, sai che ti puoi fidare di Ro­berti».

Dal 5 settembre 2010 sono passati tanti anni e ripenso a quante città, paesi, contrade ho visitato in Italia e all’estero per parlare di Angelo, di legalità e di “Bella Politica”. Con la mia macchina ho percorso ol­tre 200.000 chilometri, che sommati a quelli percorsi con la macchina di mio suocero, a quelli fatti in treno e in aereo, a quelli compiuti da mio fratello Massimo, assommano sicuramente a più di un milione. Di questo milione di chilometri, ogni centimetro è servito per cercare la verità sull’uccisione di Angelo e a ricordarlo. Cosa ci ha spinti tutti quanti a svolgere questo compito? La risposta è semplice ed è racchiusa nel termine “amore”, parola ormai sconosciuta alla politica, ma che per me significa ricordo, rispetto, aggregazione, legalità, condivisione.

Mi sento stanco, molto stanco, e anche perdente. In questi anni sono state tante le delusioni, ma sono sicuro che alla fine saremo noi a vince­re e non voi che state, o siete stati, al comando con dentro solo la bra­mosia del potere, del denaro, del prevalere su gli altri. Voi trasmetterete il vuoto; io, Massimo e i nostri tanti amici trasmettiamo la rabbia nei confronti dell’ingiustizia e questa rabbia ci permetterà di vincere. Ma la rabbia bisogna saperla controllare, gestire; i miei nemici aspettavano che facessi un passo falso.

La rabbia è stata la cosa più difficile da gestire.

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