Se i partiti che sostengono il governo Conte si presentassero uniti alle elezioni, per la prima volta sarebbero davanti al centrodestra. Un sorpasso dovuto al costante calo di consensi della Lega, crollata al 23,5% rispetto al 34% delle Europee 2019. Lo rivela l’ultimo sondaggio condotto da Demoskopea tra il 13 e il 14 agosto e diffuso nei giorni scorsi. Tra i moderati continua a macinare consensi Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, stabile al 15,5%, mentre Forza Italia è al 6,3%. In totale il blocco del centrodestra può contare sull’appoggio del 45,3% degli elettori. Gli schieramenti che sostengono l’attuale maggioranza, invece, sono dati al 46,9%. A patto che il Movimento 5 stelle stipuli un’alleanza con il centrosinistra prima del voto.

Stando alla rilevazione di Demoskopea, infatti, il Partito democratico viaggia intorno al 20,5%, mentre i pentastellati sono poco distanti (19,9%). Per superare i partiti di opposizione, però, sono necessari anche i voti di Italia viva (3,3%) e di Sinistra italiana (3,2%). Un divario che si allungherebbe ancora di più qualora entrassero in coalizione anche +Europa di Emma Bonino (2,3%), i Verdi (dati al 2,1%) e il movimento fondato da Carlo Calenda, da sempre critico verso il governo (3,3%).

Tutto in realtà dipende dalla legge elettorale con cui si tornerà alle urne. Se venisse approvato il Brescellum (o Germanicum) su cui è al lavoro la maggioranza, i partiti minori non supererebbero la soglia di sbarramento del 5%. L’ipotesi più probabile, però, è che l’asticella sia abbassata al 3%, così come previsto dall’attuale sistema elettorale (il Rosatellum). In tal caso sia Italia viva che Sinistra italiana otterrebbero dei seggi in Parlamento, garantendo a tutte le forze che sostengono il premier Giuseppe Conte di tornare a Palazzo Chigi.

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