Una barca con a bordo 23 migranti ha preso fuoco mentre era in corso il trasbordo su navi della Capitaneria di Porto al largo della costa crotonese. Subito dopo, stando a quanto riferito dalla guardia di finanza, “il motore è andato a fuoco” e c’è stata un’esplosione costata la vita a tre persone, tra cui una donna, i cui corpi sono stati recuperati dai soccorritori. Nella deflagrazione, avvenuta intorno a mezzogiorno, sono stati feriti due finanzieri che stavano assistendo l’imbarcazione: uno avrebbe una gamba rotta e l’altro sarebbe rimasto ustionato. Capitaneria e Guardia di finanza sono quindi intervenute per recuperare le persone finite in mare e anche un aereo della Guardia costiera ha partecipato alle operazioni di soccorso. Mentre un profugo risulta ancora disperso, la procura di Crotone fa sapere di aver aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Il sostituto procuratore Pasquale Festa, cui è stata assegnata l’inchiesta, dovrà decidere se disporre l’esame autoptico sui cadaveri recuperati.

“Ci sono state due esplosioni, una prima grande fumata e poi una ancora più grande. Tutto è avvenuto lontano dalla riva quindi non c’è stato panico in spiaggia”, racconta un testimone all’Adnkronos. “Tutto è avvenuto molto distante dalla riva, abbiamo visto il fumo intensificarsi e poi sentito una seconda esplosione con un boato ancora più forte. Ho avuto l’impressione ci fosse un bagliore, come una fiammata, poi la colonna di fumo ha proseguito”, aggiunge un altro bagnante. “All’inizio pensavo si trattasse di una barca molto grande”.

L’episodio è avvenuto a largo di Praialonga, tra Isola Capo Rizzuto e Cutro. I migranti rimasti feriti sono quattro. Dopo l’approdo al porticciolo turistico di Le Castella, nota località turistica della costa jonica calabrese, sono stati smistati negli ospedali della zona. Due sono stati portati d’urgenza a Catanzaro perché presentano ustioni su quasi tutto il corpo, mentre gli altri due sono ricoverati a Crotone insieme ai due militari delle fiamme gialle. I 12 profughi restanti sono stati trasferiti presso il centro di accoglienza più vicino. Il colonnello Emilio Fiora, comandante provinciale della guardia di finanza di Crotone, sostiene che tutti i migranti che erano a bordo dell’imbarcazione “dovrebbero essere stati recuperati”, in ogni caso “le ricerche proseguono”. Come ricostruito dalle fiamme gialle, stamattina “c’era mare mosso, forte vento di scirocco e la barca sembrava non governata”. 13 profughi hanno raggiunto la riva a nuoto, mentre gli altri sono rimasti a bordo. È per questo, spiega Fiora, che i due finanzieri sono saliti a bordo per governare il mezzo e portarlo al porto più vicino. Poi il motore ha preso fuoco ed è esploso“. Le persone che erano a bordo, conclude, “sono state scaraventate in acqua, anche i due finanzieri”.

Uno di loro, il militare Antonio Frisella, ha raccontato all’Adnkronos di essere stato “sbalzato all’indietro” non appena è avvenuta la deflagrazione. “Abbiamo provato a salvare le persone”, spiega. “Parecchi migranti, quasi tutti, non sapevano nuotare. Infatti qualcuno ho provato a prenderlo anche con le ciambelle di salvataggio“, continua, aggiungendo di aver esaurito presto le energie a causa del mare agitato. “Ho fatto altri soccorsi, ma una situazione come questa mai. Il mio primo pensiero è stata mia moglie e mia figlia di 11 mesi“.

Intanto nella notte un altro sbarco è avvenuto in località Ruggero, a Sellia Marina. In totale sono 36 le persone che hanno raggiunto la costa calabrese, Tredici sono giunti su un gommone e 23 a bordo di una barca a vela, Sul posto i vigili del fuoco del Comando di Catanzaro. Tutti i migranti sono stati sottoposti a tampone in applicazione delle disposizioni per il contrasto alla diffusione del coronavirus. Situazione simile nella Locride, dove un altro gruppo di profughi è approdato sulla spiaggia di Stignano mare dopo aver attraversato il mare su su un’imbarcazione a vela analoga a quella incendiata a Crotone. Sono stati fermati dalla guardia costiera greca, invece, 80 migranti al largo dell’isola di Zante che a bordo di un barcone volevano raggiungere l’Italia. Secondo l’emittente pubblica greca Ert, i migranti sono stati riportati indietro in un porto situato vicino alla città di Olimpia. Di nazionalità irachena, siriana, afghana e turca, erano arrivati nella Grecia occidentale da diversi campi profughi. Le autorità stanno ora cercando i trafficanti che hanno procurato loro il barcone per andare in Italia.

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