Il museo Mart “va tutelato” da Vittorio Sgarbi e dal suo “linguaggio offensivo”. A Rovereto i trentini chiedono le dimissioni del critico d’arte e deputato da presidente del Museo di arte moderna e contemporanea: la petizione ha quasi raggiunto le 20mila firma e mercoledì è stata dichiarata ammissibile dall’Ufficio di presidenza del Consiglio provinciale di Trento: sarà la Quinta commissione permanente a decidere ora sulla posizione di Sgarbi. La raccolta firme per cacciarlo è stata lanciata dopo il video pubblicato a inizio marzo scorso (guarda): “E’ il virus del buco del c***. Alzatevi, andate in giro, andate a Codogno”, diceva il critico d’arte, che poi ha continuato a sposare il negazionismo. “Non è una presa di posizione politica e non trattiamo la gestione del museo”, spiega infatti Roberto Rinaldi di Articolo 21, promotore della petizione: “Il nodo sono le dichiarazioni contro le precauzioni e la salute pubblica nella fase più acuta dell’emergenza coronavirus“.

Quelle frasi di Sgarbi avevano già portato alle dichiarazioni del vice presidente del Mart, Silvio Cattani, e della consigliera del museo Dalia Macii, che avevano preso le distanze dal negazionismo del critico d’arte. Nel frattempo su change.org è partita la raccolta firme: “La cultura ha il compito di prendere posizione denunciando il degrado della dialettica istituzionale che si sta imponendo sempre di più fra i ruoli cardine anche culturali”, si legge nel testo della petizione. “Il museo Mart va tutelato, come vanno tutelati tutti i ruoli istituzionali culturali e sociali della nostra nazione”. Per questo “chiediamo sia rispettato il ruolo di presidente del Mart di Rovereto il quale, fra i molti ruoli, ha anche la responsabilità di tutelare l’istituzione museale e il suo ruolo sociale-culturale dimostrando un comportamento degno, corretto, ed etico del prestigioso incarico ricoperto”.

Ora Rinaldi, sentito da ildolomiti.it, spiega: “Siamo assolutamente soddisfatti di poter motivare il senso di questa azione, la motivazione è strettamente di ordine sanitario“. Dopo l’ammissibilità, l’oggetto della petizione sarà discusso nella Quinta commissione del Consiglio provinciale: “Ho conoscenze dirette degli effetti della pandemia in quanto lavoro in ambito socio-sanitario. Nel corso della trattazione in commissione intendo avvalermi di pareri medici“, specifica ancora Rinaldi.

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