Insultata su Facebook, in un gruppo che sostiene la Lega, solo perché donna. La ministra della Scuola, Lucia Azzolina, ha raccontato via social, mostrando uno screen dei commenti, di essere stata vittima di offese sessiste, incentrate non tanto sul suo ruolo da titolare di Viale Trastevere, ma sul colore del rossetto o sulla “forma della bocca”. “Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia battaglia. E la faremo a scuola. Educando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità”, ha scritto sulla propria bacheca la ministra, commentando gli insulti. “Provo molta pena per chi si esprime in questo modo e per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo alla pancia e mai alla testa delle persone. È un sistema che va combattuto ed è lapalissiano che la scuola sia il naturale antidoto”, ha continuato. Gli insulti vanno avanti da maggio. Già allora la ministra, dopo i primi messaggi di odio e dopo le prime minacce, era stata messa sotto scorta.


Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia…

Pubblicato da Lucia Azzolina su Martedì 25 agosto 2020

Immediate le reazioni di Pd e M5s che hanno mandato messaggi di solidarietà alla ministra. Gli attacchi ricevuti, ha sottolineato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “sono da condannare fermamente e senza mezze misure”, sottolineando che “non si tratta solamente di sessismo ma di inciviltà e maleducazione”. L’esponente del Movimento ha poi sottolineato anche il ruolo dei “leader politici” nella comunicazione violenta sui social. Senza fare nomi, ma riferendosi con ogni probabilità ai continui attacchi di Matteo Salvini alla titolare del dicastero, Di Maio ha aggiunto: “Dovremmo sempre ricordarci che chi rappresenta le Istituzioni ha delle responsabilità ben precise e non può permettersi di alimentare tensioni sociali”. Già in mattinata, in una nota congiunta, deputati e deputate del M5s in commissione cultura aveva condannato i commenti, sottolineando una condotta inqualificabile non solo di chi scrive gli insulti, ma anche di “chi tollera e coltiva un clima di odio che ormai ha raggiunto livelli intollerabili”. “Offese ignobili – ha sottolineato invece Vito Crimi, capo del Movimento – Opera di miserabili vigliacchi aizzati quotidianamente dagli attacchi pretestuosi e violenti di soggetti che li rappresentano pienamente. C’è chi passa le giornate a offendere – ha continuato Crimi – e a creare divisioni, a noi interessa continuare a lavorare in modo inclusivo e costruttivo per il bene della scuola”.

Solidarietà anche dal Partito democratico. “Ha ragione la ministra Azzolina, nessuna donna dovrebbe mai più leggere insulti sessisti simili a quelli indirizzati a lei da un gruppo leghista sui social. Questa è una battaglia culturale che dobbiamo condurre tutte e tutti insieme, a partire dalle scuole. Il linguaggio infatti rivela la concezione profonda di una società patriarcale in cui le donne vengono considerate oggetti sessuali. Gli insulti che le donne politiche continuano a ricevere sui social sono un fenomeno grave e intollerabile, che nulla ha a che vedere con la critica e con la polemica politica”, ha commentato la senatrice Valeria Valente, presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere.

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