I dati non sono ancora pubblici ma al ministero dell’Istruzione sono soddisfatti dei risultati dell’ultimo monitoraggio fatto per rilevare le esigenze di spazi per la ripresa delle attività didattiche. Se il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ribadisce la mancanza di 20mila aule, negli uffici di viale Trastevere pur trincerandosi dietro il silenzio stampa rispetto ai numeri, parlano di un “quadro in continuo miglioramento” e di “criticità notevolmente ridotte”.

I presidi nei giorni scorsi avevano ricevuto dal direttore generale Jacopo Greco la richiesta di compilare entro lo scorso 17 agosto alle 12 uno specifico questionario online. Un sondaggio con l’obiettivo di verificare in maniera puntuale le necessità degli istituti. Non tutti purtroppo hanno risposto così il ministero proprio in queste ore sta sollecitando coloro che hanno ignorato il monitoraggio per avere anche una loro risposta per fare una fotografia completa. Un lavoro seguito in particolare dal capo dipartimento per le risorse umane e finanziarie, Giovanna Boda che in queste settimane ha seguito l’emergenza a stretto contatto con i dirigenti scolastici.

Intanto il dipartimento diretto da Marco Bruschi è pronto a lanciare un nuovo monitoraggio in merito ai device. Il ministero si sta preparandosi a qualsiasi evenienza: è necessario avere la certezza che tutti gli istituti siano pronti anche in termini di strumenti ad affrontare nuovamente la didattica a distanza, se necessario. L’aumento dei contagi di quest’ultime ore ha spinto gli uffici di viale Trastevere a preparare il “piano B”.

Il Miur non lo conferma ma nemmeno lo smentisce: le difficoltà maggiori nel reperire gli spazi restano alle scuole superiori, come ha spiegato nei giorni scorsi al Fattoquotidiano.it il presidente dell’Anci Antonio Decaro.

Una risposta alla questione spazi è arrivata nelle ultime ore anche dalla ministra Lucia Azzolina che ha ribadito la possibilità di usare le scuole paritarie come spazi aggiuntivi. “Si asserisce che il governo non voglia utilizzare le paritarie per pregiudizio ideologico. Le scuole paritarie fanno parte del sistema nazionale di istruzione e non c’è pregiudizio alcuno nei loro confronti. Il ministero è tenuto a vigilare sul possesso e sul mantenimento dei requisiti per la parità dei predetti istituti, come previsto dalla normativa vigente. Nell’ambito della possibilità prevista dal cosiddetto decreto Agosto di affittare spazi e nell’ambito dei patti territoriali previsti dal Piano per la ripartenza è assolutamente possibile, per gli enti locali, fare ricorso alle scuole paritarie per recuperare aule aggiuntive. Ci sono peraltro accordi siglati a livello locale che vanno già in questa direzione”. A stare con il fiato sul collo della ministra sono le organizzazioni sindacali che vogliono sapere al più presto i dati di questi monitoraggi per poter intervenire in tempo qualora vi fossero dei problemi.