Il presidente statunitense Donald Trump è sotto indagine per frode bancaria e assicurativa. Lo ha lasciato intendere la procura di Manhattan, secondo quanto riporta il quotidiano New York Times. Per giustificare la richiesta di nuove documentazioni fiscali e personali a carico del presidente, il procuratore ha fatto riferimento ad articoli di stampa in cui si sosteneva che il tycoon ha gonfiato illegalmente la sua ricchezza e il valore delle sue proprietà agli occhi di banche e assicurazioni. Se così fosse l‘inchiesta assumerebbe una dimensione significativamente più ampia rispetto a quanto sinora ammesso dai pubblici ministeri.
Nell’agosto 2019 il procuratore Cyrus R. Vance aveva citato in giudizio la società di contabilità di Trump, Mazars USA, per le dichiarazioni dei redditi del presidente. Fino ad ora si era ritenuto però che l’indagine vertesse sui pagamenti di somme a due donne che affermavano di avere avuto rapporti con Trump, tra cui l’attrice a luci rosse Stormy Daniels. Il presidente statunitense si è sempre opposto alla consegna delle documentazioni, adducendo la sua carica come motivazione per il diniego.
Il 9 luglio, però, la Corte Suprema ha però ritenute legittime le richieste della procura, pronunciandosi sui limiti delle prerogative presidenziali. I giudici supremi, con maggioranza di 7 a 2, in quell’occasione hanno stabilito, contraddicendo le rivendicazioni del tycoon, che un presidente in carica non gode di totale immunità e quindi non può sottrarsi a indagini penali. Hanno anche precisato, però, che non sarà una commissione della Camera, controllata dai Democratici, a poter accedere alle informazioni fiscali del presidente, ma solo il procuratore Vance che coordina le indagini. “Questo è un procedimento totalmente politico. Ho vinto la caccia alle streghe di Mueller e altre ed ora devo continuare a combattere nella politicamente corrotta New York”, aveva attaccato Trump in quell’occasione.