Le difese hanno tenuto un “intollerabile atteggiamento ostruzionistico“. A scriverlo è presidente della Corte d’Assise di Taranto, Stefania D’Errico, che sta celebrando il processo sul presunto maxi disastro ambientale causato dall’Ilva tra il 1995 e il 2013, cioè il periodo della gestione della famiglia Riva. Cominciato nel 2016, il processo vede alla sbarra 44 persone fisiche e tre società. Bloccato dall’emergenza coronavirus, adesso il procedimento è ricominciato da qualche settimana e dovrebbe arrivare alle battute finali nei prossimi mesi. Il condizionale è d’obbligo.
“Nonostante ogni sforzo organizzativo profuso per la regolare celebrazione del processo e la costante disponibilità della Corte nella programmazione delle attività processuali, si è riscontrato un intollerabile atteggiamento ostruzionistico delle Difese degli imputati, che ha sostanzialmente reso vano l’impegno profuso per la ripresa dell’attività giudiziaria”, scrive oggi la giudice in un’ordinanza firmata per disporre l’accertamento medico-fiscale nei confronti di un teste e la condanna di quattro consulenti della Difesa al pagamento di una sanzione di 500 euro. Il motivo? La corte ha ritenuto carenti o ingiustificate le motivazioni della loro richiesta di differimento dell’udienza di oggi, in cui erano citati come testimoni. Per questi ultimi è stata disposta la nuova citazione per l’udienza del 3 settembre 2020.
Inoltre, la Corte d’Assise si riserva “ogni ulteriore valutazione” in relazione “agli impedimenti addotti” da altri 3 testi, che hanno annunciato la loro assenza nell’udienza di domani, tramite “giustificazioni – osserva D’Errico – che già a una prima lettura appaiono generiche e del tutto recessive rispetto all’interesse pubblico alla celebrazione di questo processo”. I legali del Codacons – Carlo Rienzi, Giuliano Leuzzi, Adriano Minetola e Vincenzo Rienzi – affermano In una nota che “finalmente i giudici si attivano contro il tentativo della difesa della famiglia Riva di ritardare il processo. Un intollerabile atteggiamento ostruzionista che anche la Corte d’Assise ha ritenuto di sanzionare, e che porta ora il Codacons – annunciano i legali – a presentare un esposto all’Ordine degli avvocati contro i periti della difesa e uno dei legali degli imputati, oltre a una denuncia penale contro gli stessi per le possibili fattispecie di rifiuto di atti d’ufficio e favoreggiamento, reati che prevedono fino a 5 anni di carcere”.
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