“Riteniamo necessario coinvolgere costantemente al più alto livello le autorità del Cairo” sul caso Regeni e in tal senso “è fuorviante credere che avere un nostro ambasciatore al Cairo significhi non perseguire la verità e viceversa è fuorviante pensare che ritirarlo sia necessario per raggiungere la verità”. A parlare, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, è il ministro dell’Interno, Luigi Di Maio. “Tutto il governo – aggiunge – comprende il dolore della famiglia Regeni” ma la presenza dell’ambasciatore “rientra nella strategia” dell’esecutivo anche “per chi come Patrick Zaky c’è ancora”. “L’obiettivo non può prescindere da un confronto continuo con l’Egitto, paese con il quale abbiamo interessi a mantenere rapporti in un quadro più generale per dossier come la Libia”. In ogni caso, sottolinea ancora il ministro, “le relazioni con l’Egitto risentono fortemente” del caso Regeni, e le relazioni “non sono paragonabili con quelle del passato”.

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Regeni, Di Maio: “Ogni critica dei genitori di Giulio è legittima e comprensibile. È una spinta per tutti a continuare nella ricerca della verità”

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Stato di emergenza, Boccia: “Dibattito surreale, non si limitano libertà personali. Altri interventi pubblici? Non li escludo”

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