M49 e JJ4, Papillon e Gaia. Due orsi, due destini incrociati. Il primo, da qualche mese nel rifugio per animali difficili al Casteler, vicino a Trento, dopo una caccia durata quasi un anno, è stato sottoposto a castrazione, come ha confermato l’assessore provinciale Giulia Zanotelli, rispondendo a un’interrogazione. “Sì, è avvenuta l’operazione di castrazione, si tratta di una prassi per gli animali detenuti in cattività”. Il secondo plantigrado, invece, è ancora libero, ma su di lui pende un’ordinanza del governatore Maurizio Fugatti che autorizza l’abbattimento, dopo che alcune settimane fa ha attaccato due cacciatori. Per entrambi sono mobilitati gli ambientalisti che hanno dato vita a una manifestazione a Trento per chiedere che l’ordine riguardante il destino di Gaia venga revocato (stessa richiesta è fatta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa).

“Questo è un ultimatum. Siamo in piazza per implorare il presidente Fugatti di ritirare l’ordinanza di abbattimento di JJ4, altrimenti abbiamo già pronto il ricorso da presentare al Tar”. Così ha dichiarato Massimo Comparotto, presidente nazionale dell’Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali, durante la protesta che si è svolta sotto le finestre del consiglio provinciale. “Questa vicenda ha un risvolto etico: nessun essere vivente dovrebbe essere condannato a morte senza aver indagato sulla vicenda. Invece, Fugatti ha agito in maniera istintiva, firmando l’ordinanza appena il giorno dopo l’aggressione. Oipa ed Enpa hanno unito le forze e siamo pronti ad andare davanti al Tar”. Ma gli ambientalisti contestano anche le motivazioni scientifiche, visto che l’orsa ha 14 anni e mai aveva dato segni di aggressività. L’episodio del monte Peller, quindi, sarebbe la reazione a un’intrusione nel suo terreno abituale. Contro l’abbattimento, oltre a Costa, si è dichiarato anche l’Ordine dei veterinari di Trento.

Gli ambientalisti contestano l’influenza che la lobby dei cacciatori avrebbe sugli amministratori trentini. “Fugatti fa gli interessi di cacciatori, allevatori e Coldiretti” ha dichiarato Ornella Dorigatti, delegata trentina dell’Oipa – Vogliamo un tavolo per discutere di questi temi”. Si sono schierate anche Mountain Wilderness e gli esponenti del gruppo Fiemme e Fassa ritorno del lupo. “Promuoviamo l’idea di una tranquilla convivenza tra uomini e grandi carnivori, orsi e lupi, e cerchiamo di sopperire con una corretta informazione alle mancanze della politica trentina” ha spiegato Paolo Scarian, che da cinque anni studia il ritorno del lupo in Trentino. Intanto in Procura, dopo alcuni esposti degli ambientalisti, il sostituto procuratore Davide Ognibene ha aperto un fascicolo senza indagati, né ipotesi di reato. La Lav ha già deciso di impugnare l’ordinanza di Fugatti al Tar.

Per quanto riguarda Papillon, l’assessora Zanotelli ha informato che M49, dopo la castrazione, “sta terminando la sua fase di adattamento ed inserimento progressivo nell’area faunistica. In luglio tale fase si concluderà con l’inserimento dell’animale nell’area forestata a disposizione dei plantigradi”. Ha negato la somministrazione di psicofarmaci: “Il veterinario specializzato somministra integratori che contengono sostanze naturali (amminoacidi e vitamine) con effetti benefici e calmanti, che non alterano comportamento e fisiologia”. L’amministrazione trentina sarebbe favorevole al trasferimento in altre strutture, purché “tecnicamente valide”.

Fa intanto discutere il cartello affisso a Campomarino di Maruggio, in Puglia. “Causa ordinanza di uccisione orso, qui non si affitta a trentini. Ci dispiace, ma bisogna pur fare qualcosa”, ha scritto l’avvocato Francesco Di Lauro, referente di zona del Wwf. Siccome il cartello è finito su tutti i siti, poi ha corretto: “Avrei dovuto spiegare che non intendo affittare a chiunque, trentino e non, sia favorevole all’uccisione dell’orso”.

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