È stato l’ospedale più colpito e sotto pressione d’Europa nei mesi scorsi, con la terapia intensiva già al collasso nei primi giorni di marzo. Ora, però, dopo 137 giorni dal primo ricovero (il 23 febbraio, quando vennero trasferiti due positivi dall’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo) la terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è libera dal Covid-19. Già da settimane, da quanto si è appreso, non avvenivano nuovi ingressi di persone con un quadro clinico grave per via del coronavirus ma causato da altri fattori.

Nei giorni di picco epidemico si presentavano in pronto soccorso fino a 90 persone affette da coronavirus. E la struttura è riuscita a rispondere con un massimo di cento posti per chi necessitava di essere intubato. Ora, stando all’Asst Bergamo Ovest, restano ricoverati alcuni pazienti negativizzati. L’azienda sanitaria ha celebrato il momento con un minuto di silenzio per le vittime e un applauso a cui hanno preso parte, insieme ai medici e agli operatori della rianimazione, la direttrice generale Maria Beatrice Stasi, il direttore sanitario Fabio Pezzoli e il direttore del dipartimento di Emergenza-urgenza e area critica Luca Lorini. Si tratta di “un traguardo che arriva grazie all’impegno dei circa 400 professionisti che lavorano nelle terapie intensive del Papa Giovanni, tra medici, infermieri, operatori di supporto e personale delle pulizie”.

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