Uno dei due manager del colosso siderurgico tedesco ThyssenKrupp condannati per l’incidente nell’impianto di Torino del 2007, che provocò la morte di sette operai, si è presentato in carcere in Germania per scontare la sua pena. Lo ha reso noto Radio Colonia, che ha avuto la notizia dalla procura generale di Essen, e nelle ore successive è arrivata la conferma della procura di Torino.

Non si sa ancora se il manager entrato in carcere sia Harald Espenhahn, ex amministratore delegato dello stabilimento piemontese, o Gerald Priegnitz, ex dirigente finanziario. Entrambi devono scontare una pena di 5 anni per omicidio colposo.

Anche per il secondo manager potrebbe essere solo questioni di giorni: dipende, spiega l’emittente, dai termini indicati dal tribunale per la presentazione in carcere. Entrambi sconteranno la pena in regime di semilibertà: di giorno continueranno a lavorare per la Thyssen, mentre la sera dovranno fare ritorno nel penitenziario fino al mattino successivo.

“Dopo 6 processi, di cui uno in Germania, spero che entrambi i manager restino in galera e non in regime di semilibertà come successo finora. Scontassero la pena che gli spetta”, è stato il commento di Rosina Platì, madre di una delle vittime dell’incidente. Contro il regime di semilibertà a cui erano stati sottoposti i due manager condannati si battono da tempo i parenti delle vittime.

La carcerazione era attesa da tempo dai familiari degli operai morti, che una settimana fa avevano incontrato a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e la sindaca di Torino Chiara Appendino, per chiedere piena giustizia per i propri cari. “Era ora che si ponesse fine, o almeno si iniziasse a porre fine a una situazione davvero paradossale. Attendiamo la seconda incarcerazione”, dice il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico, che da sempre supporta i familiari delle vittime in questa battaglia.

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