Mentre la maggior parte dei Paesi europei ha annunciato la riapertura delle frontiere alla metà del mese (chi il 15, chi il 16, con alcune eccezioni) la Spagna sceglie di mantenere i confini chiusi ancor per un po’. La ministra degli Esteri Arancha González Laya ha confermato oggi che per i viaggi da e per l’estero bisognerà attendere “la fine di giugno” per motivi epidemiologici. “Vogliamo farlo in maniera coordinata e in cooperazione ed evitare movimenti unilaterali”, ha detto alla agenzia Efe dopo aver preso parte ad una riunione con 12 colleghi dei paesi Schengen. In totale, la Spagna ha registrato 27.136 vittime durante la pandemia di coronavirus, ma il contagio è decisamente rallentato: i dati diffusi il 10 giugno, ad esempio, parlavano di 84 nuovi contagi in 24 ore (48 il giorno prima) e di 50 decessi totali in una settimana.

Chi riapre (e chi no) dal 15 giugno – Il 13 giugno riaprono le frontiere della Polonia, che tre giorni dopo farà ripartire anche i voli internazionali, nonostante i polacchi non siano ancora benvenuti in Austria, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca. Il 15 è la volta anche della Svizzera. Berlino ha comunicato che dal 16 giugno non saranno più effettuati controlli dei cittadini Ue ai confini ad eccezione con la Spagna per la quale, “per una questione di reciprocità”, rimarranno validi fino al 21 giugno. Dal 16 anche l’Austria riaprirà a 31 Paesi europei, Italia inclusa. Il ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, si è complimentato con il nostro Paese per il lavoro svolto contro il coronavirus ma ha precisato che i viaggi in Lombardia continuano ad essere sconsigliati almeno per altre 2-4 settimane. Dalla lista di Vienna restano ancora escluse Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Svezia.

Riaperture ai Paesi extraeuropei – L’Italia affronterà il nodo delle riaperture extra-Ue nel prossimo dpcm ma per il ministro della Salute Roberto Speranza, non ci sono le garanzie per un via libera già dal 15 giugno. Tra forti timori di una seconda ondata del virus e Paesi extra-europei che sono ancora nel pieno dell’emergenza Covid-19, l’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha rotto gli indugi dichiarando che la Commissione raccomanda “una revoca graduale e parziale” delle frontiere esterne a partire “dal primo di luglio“. In questo senso nelle prossime ore presenterà “una raccomandazione per un approccio comune e coordinato”. La Grecia, la cui economia dipende quasi esclusivamente dal turismo, ha già inserito Paesi non europei – Australia, Corea del Sud e Cina – nella lista di quelli ai quali riaprirà le sue porte dal 15 giugno. La Germania probabilmente seguirà la raccomandazione della Commissione Ue ma per contro ha già annunciato che l’allerta ai tedeschi sui viaggi fuori dall’Europa resterà in vigore fino al 31 agosto.

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