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Coronavirus, medici e infermieri inviati dall’Albania festeggiano la fine della missione con una festa in albergo: denunciati e multati

Mercoledì sera, da una camera dell'albergo in cui erano ospitati il volume della musica e dei festeggiamenti si è alzato e una decina di operatori arrivati da Tirana hanno brindato dopo un mese impegnati in prima linea. Ma il proprietario ha chiamato la polizia. Loro: "Ci scusiamo"
Coronavirus, medici e infermieri inviati dall’Albania festeggiano la fine della missione con una festa in albergo: denunciati e multati
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Dopo un mese in prima linea, al fianco dei medici italiani impegnati a curare le persone affette da coronavirus, l’esperienza del personale sanitario inviato dall’Albania agli Spedali Civili di Brescia si è conclusa con una multa da 500 euro a testa e una denuncia. Nella nottata di mercoledì, circa una decina di loro si è riunita in una camera dell’albergo che li ospitava festeggiando con birra e musica alta, ma il proprietario della struttura ha avvertito la polizia che li ha sanzionati. “Purtroppo nell’albergo in cui eravamo alloggiati a Brescia ci siamo un po’ lasciati andare all’esternazione della nostra soddisfazione per l’opera compiuta e per essere risultati negativi alla prova del doppio tampone. Questo non ci impedirà di continuare il nostro lavoro senza renderci conto di avere recato disturbo”, si sono poi scusati.

Mercoledì sera, nella struttura in cui erano ospitati, il volume della musica è cresciuto, le grida di festa anche, perché medici e infermieri inviati da Tirana stavano festeggiando per l’impresa compiuta e l’importante aiuto offerto all’Italia nella lotta alla pandemia. Ma la situazione ha convinto il proprietario dell’hotel a chiamare le forze dell’ordine. Nessuna recriminazione da parte del personale sanitario albanese che, anzi, ammette che la polizia ha svolto il proprio lavoro: “Nel riconoscere che le forze dell’ordine abbiano svolto il loro dovere, ci rammarichiamo sinceramente di quanto accaduto e abbiamo inviato uno scritto di spiegazioni del particolare stato d’animo in cui ci troviamo, nella speranza che le nostre giustificazioni possano essere accolte dalle autorità italiane”, hanno concluso.

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