Membri di gang rivali rinchiusi nella stessa cella, sigillati, senza potere vedere la luce del sole. La decisione del presidente di El Salvador, Nayib Bukele, arriva dopo l’escalation di omicidi, più di 50, avvenuti nel weekend per mano di gruppi criminali. “Non potranno più vedere fuori dalla cella. Ciò impedirà loro di comunicare con segnali verso il corridoio. Resteranno dentro, al buio, con i loro amici dell’altra banda”, ha detto il presidente salvadoregno su Twitter. Bukele ha anche autorizzato “l’uso della forza” da parte degli agenti contro i criminali appartenenti alle bande del Paese. Un modo di governare che per Human Rights Watch “rischia di convertire il Salvador in una nuova dittatura latinoamericana” perché “gli ordini da lui impartiti a polizia e forze armate contraddicono gli standard internazionale”.

Per le autorità, tra i membri delle gang detenuti – oltre 16 mila in tutto il Paese – ci sono i mandanti degli omicidi avvenuti sul territorio. Per questo il presidente ha annunciato su Twitter che “tutte le celle dei membri delle bande resteranno sigillate”, condividendo sul social immagini che mostrano addetti intenti a saldare le celle di ferro e a coprire le sbarre con pannelli. La misura è stata applicata nella prigione nella città di Zacatecoluca (centro) e sarà ora estesa ad altre sei prigioni “a tempo indeterminato”.

Sempre su Twitter solo qualche giorno fa, Bukele aveva autorizzato “l’uso della forza letale per l’autodifesa o per la difesa della vita dei salvadoregni”, sottolineando che “le bande si approfittano del fatto che quasi la totalità” della forza pubblica “sta controllando la pandemia”. Nel Paese è stata estesa la quarantena obbligatoria fino al 16 maggio 2020. Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Sanità, a El Salvador sono stati confermati 345 contagiati, di cui otto deceduti.

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