La pirateria editoriale viaggiava con Telegram. Giornali, riviste e libri diffusi sul social Telegram potrebbero aver provocato 670mila euro di danno al giorno, corrispondenti a circa 250 milioni di euro all’anno, “giacché gli utenti iscritti ai canali in argomento sarebbero circa 580mila, in aumento nel periodo di diffusione del virus Covid-19, e con un incremento dell’88% delle testate diffuse illecitamente”. È uno dei particolari che emergono dal provvedimento di sequestro preventivo di urgenza disposto dalla Procura di Bar che ha disposto i sigilli a 17 canali per i reati di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore.

Il provvedimento riguarda persone in corso di identificazione le quali, “in concorso tra loro – spiega la Procura – introducendosi nei sistemi informatici di numerose società editrici di riviste, giornali e libri protetti da misure di sicurezza, hanno sottratto migliaia di file in formato Pdf dei predetti beni tutelati dal diritto di autore. riversandoli illecitamente su numerosi canali della piattaforma di messaggistica istantanea denominata Telegram, permettendo così una tanto capillare quanto abusiva diffusione in chiaro di migliaia di riviste, giornali e libri“. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, è stata avviata dopo la denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) su questo fenomeno di pirateria digitale presentata il 10 aprile all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). “Le indagini – aggiunge la Procura di Bari – proseguono per ricostruire l’illecito giro di affari e individuare gli autori del reato nonché le responsabilità penali delle società coinvolte”.

I sequestri sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza. nei confronti delle mail “dei rappresentanti legali della società che gestisce Telegram” perché “inibiscano immediatamente l’accesso ai canali incriminato ovvero rimuovano i files“, in quando “l’illecito provocherebbe gravi danni economici a tutta l’industria del settore: editori, giornalisti, distributori, stampa, poligrafia ed edicolanti”. I canali Telegram attraverso i quali sarebbero state illecitamente diffuse migliaia di copie di giornali, riviste e libri sono “eDiCoLA_luXuRiOsA”, “RIVISTE ITALIANE”, “Riviste Oggi”, “solo riviste mensili”, “LIBRI UNIVERSITARI PDF”, “LIBRI PDF Gratis”, “EDICOLA-FREE”, “GIORNALI E RIVISTE”, “Libri universitari”, “EbookDoe”, “QUOTIDIANI-LIBRI-RIVISTE ITALIA”, “GIORNALI RIVISTE – GRATIS ITALIANE”, “Il Giornalaio Moderno”, “LIBRI ITALIA”, “Edicola Settimanali”, “GIORNALI ITALIANI”, “Quotidiani I @ OTInews”, “Quotidiani e mensili”, “Libri in italiano gratis”.

Articolo Precedente

Coronavirus, tutti indignati per i mafiosi ai domiciliari. E il sovraffollamento delle carceri?

next
Articolo Successivo

Boss scarcerati: se si dubita della buona fede dei giudici, li si denunci

next