Il giornalismo da una parte, la politica dall’altra. Cronista, corrispondente dall’estero, redattore, ma pure dirigente, consigliere provinciale prima ed eurodeputato poi. Ha speso così la sua vita, Giulietto Chiesa, morto oggi a 79 anni. L’annuncio lo ha dato il fumettista Vauro con un post su Facebook.

Nato ad Acqui Terme, in Piemonte, il 4 settembre 1940, Chiesa aveva iniziato con la politica. A sinistra-sinistra, con il Partito Comunista Italiano, al quale si era avvicinato durante gli studi a Genova. Tra il 1975 e il 1979 era stato dirigente nazionale dei giovani comunisti, la Fgci, e capogruppo provinciale in consiglio provinciale nel capoluogo ligure. Da quell’esperienza politica, arriva la prima scrivania in una redazione, all‘Unità. È il giornale del Pci ad aprirgli le porte dell’allora Unione Sovietica, inviandolo alle Olimpiadi di Mosca nel 1980. Ci resterà dieci anni, insieme alla compagna Fiammetta Cucurnia, corrispondente per La Repubblica, e nel frattempo collaborerà prima con diverse testate televisive – Tg5, Tg1 e Tg3 – e poi finirà a La Stampa, per un anno. La sua conoscenza della Russia lo ha portato a racontare, in numerosi libri, la fine dell’Unione Sovietica, i grandi sconvolgimenti della guerra e la globalizzazione: da La guerra infinita fino all’ultimo Putinfobia (2016). “Ricordo – scrive il vignettista, con cui ha collaborato in numerose occasioni – i suoi occhi lucidi di lacrime, a Kabul, davanti ad un bambino ferito dallo scoppio di una mina. È morto un uomo ancora capace di piangere per l’orrore della guerra. I suoi occhi sono un po’ anche i miei”.

La lunga militanza politica iniziata da giovane era stata rispolverata agli inizi del Duemila. Nel 2003 è stato eletto al Parlamento Europeo con la lista Di Pietro-Occhetto-Società Civile, aderendo al gruppo del Pse da indipendente. Senza mai lasciare completamente il giornalismo. Era stato notista per Il Manifesto e aveva un blog su Ilfattoquotidiano.it. Ha scritto anche per per vari giornali russi, da Literaturnaja Gazeta a Itogi, oltre a una colonna per Russia Today. Negli ultimi anni aveva fondato anche una tv online, Pandora.it, e si era avvicinato ai social network, con una pagina Facebook attivissima fino all’ultimo.

Molti i messaggi di cordoglio arrivati dal mondo della politica, da ogni schieramento. “Ci siamo confrontati spesso in questi anni, anche se diversi su tante cose, era bello ascoltare il suo pensiero, costruito in anni diversi dai miei”, ha detto la viceministra dell’Economia, Laura Castelli. “Era un intellettuale di una vivacità sorprendente, capace di creare legami culturali e politici anche tra persone di orientamenti opposti – aggiunge Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi. Goffredo Bettini (Pd) lo ricorda come “Un grande giornalista, studioso e intellettuale comunista. Appassionato, critico e coraggioso”. Stefano Fassina, in un tweet, scrive: “Con Vauro Senesi rendo anche io commosso omaggio a Giulietto Chiesa prima dirigente del Pci, poi grande corrispondente da Mosca per Unità e La Stampa. Un abbraccio a tutti i suoi cari”. “Perdiamo una coscienza critica e impavida del nostro tempo – scrive Roberta Lombardi, capogruppo M5s in Consiglio regionale del Lazio – una voce fuori dal coro nell’assordante e chiassoso panorama mediatico, preda del main stream. Restano a futura memoria le sue analisi taglienti e raffinate”.

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