C’è il Covid-19, bisogna reintegrare il direttore di Arpa. È quanto stabilito dalla sezione lavoro della Corte d’Appello di Palermo, che nei giorni scorsi ha sospeso parzialmente la sentenza con cui, a febbraio, era stata dichiara illegittima la nomina di Francesco Vazzana al vertice dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Sicilia. A ricorrere contro il provvedimento, oltre al diretto interessato, era stato anche l’assessorato regionale all’Ambiente guidato da Toto Cordaro. I giudici hanno accolto proprio le motivazioni dell’esponente della giunta Musumeci che nel ricorso aveva menzionato “l’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19” e la necessità che in questa fase Arpa non fosse “priva di un direttore generale”. Anche se va ricordato che proprio quello dato a Vazzana – posto al vertice dell’agenzia dal precedente governo Crocetta negli ultimi scampoli di legislatura – era stato considerato un incarico non supportato da un adeguato curriculum.

Intanto il 52enne di origine calabrese è tornato nella propria posizione di comando. Il reintegro è avvenuto alla vigilia della diffusione del report con cui l’Arpa ha certificato la riduzione dell’inquinamento atmosferico in queste settimane di emergenza coronavirus.

Tornando al pronunciamento del tribunale, la corte, nell’accogliere la richiesta del governo siciliano di fare in modo che l’agenzia abbia una guida, ha di fatto non riconosciuto la figura del direttore generale facente funzioni che era stato individuato nel direttore tecnico Vincenzo Infantino. Una nomina momentanea che rispetta quanto previsto dal regolamento interno dell’ente e che era stata auspicata dallo stesso Cordaro. In una nota del 13 febbraio – data in cui era stato sospeso dall’incarico Vazzana – era stato proprio l’assessore al Territorio a chiedere al personale dell’agenzia di procedere all’individuazione del traghettatore. Con la possibilità di mantenerne il timone per un periodo che, norme alla mano, sarebbe potuto durare fino a estate inoltrata. A meno, si intende, che l’assessorato non riuscisse a trovare prima un nuovo direttore generale.

A tal proposito va specificato che non è chiaro quanto tempo Vazzana resterà alla guida di Arpa. Per la Corte d’Appello, infatti, non c’è dubbio che la Regione Siciliana debba procedere ad avviare l’iter per l’individuazione di una figura con requisiti professionali adatti al ruolo. “La descritta situazione emergenziale non esonera, l’assessorato dall’obbligo di rinnovare la procedura di nomina del direttore generale dell’Arpa – si legge nell’ordinanza firmata dalla presidente Maria Di Marco – adottando tutti gli atti a tal fine necessari”. I giudici sottolineano anche come sia auspicabile che tutto avvenga in tempi celeri. “La procedura concorsuale, per soli titoli, censurata dal primo giudice si è sviluppata nel breve arco temporale di 69 giorni dalla pubblicazione dell’avviso”, ricorda la corte.

A gennaio, Francesco Vazzana è stato condannato per danno erariale in Calabria, per fatti accaduti quando rivestiva il ruolo di collaboratore del commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico. In quell’occasione, i giudici hanno quantificato in oltre 687mila euro la somma che il 52enne dovrà risarcire al ministero dell’Ambiente.

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