Il fondo salva Stati divide (di nuovo) le forze di maggioranza. Nonostante sia stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di venerdì scorso, a dire che l’Italia non farà ricorso al cosiddetto Mes, il dibattito non si è mai chiuso. Anzi, la questione rischia di minare seriamente gli equilibri interni all’esecutivo in uno dei momenti storici più difficili per l’Italia. Le prime spinte a riconsiderare il veto, anche alla luce dei segnali di Confindustria che si è schierata in favore dello strumento, sono arrivate dal Partito democratico: sia dal viceministro Antonio Misiani che dallo stesso capogruppo alla Camera Graziano Delrio, i quali hanno dimostrato disponibilità a considerare la strada del Mes visto che l’Eurogruppo ha messo sul tavolo il prestito senza condizionalità. Questa ipotesi è però inaccettabile per i 5 stelle. L’ha detto e ribadito Vito Crimi a il Fatto Quotidiano prima, poi il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano che se le presa direttamente con Delrio: “Così va alla cieca contro Conte”. Supportato dal collega Stefano Buffagni che ha definito il Mes “un cappio al collo“.

La tensione è salita talmente tanto che nel pomeriggio i 5 stelle hanno deciso di pubblicare un post sul Blog delle Stelle per stabilire una volta per tutte la loro posizione: “Non sosterremo mai il Mes”, si legge, “perché implica una cessione di sovranità e ipoteca il futuro dei cittadini”. Nella confusione il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è preso il compito di cercare di riportare la discussione nei ranghi ed evitare la rottura definitiva: “Abbiamo sempre giocato da squadra”, ha scritto in una nota, “ora ci troviamo in uno dei momenti più delicati della nostra storia, ed è bene che si torni a giocare da squadra”. Quindi ha citato Alcide Degasperi: “Solo se saremo uniti saremo forti. Solo se saremo forti saremo liberi”.

Per il momento il dibattito è solo a mezzo stampa. La prima occasione di confronto in Parlamento sul tema è prevista per il 21 aprile, quando il premier Giuseppe Conte terrà una informativa nell’Aula della Camera: parlerà sia del Consiglio europeo, in agenda per il prossimo 23 aprile, sia delle nuove disposizioni per far fronte all’emergenza coronavirus.

Le aperture Pd al Mes, dal viceministro Misiani al capogruppo dem Delrio
Oggi a esporsi di nuovo è stato il viceministro all’Economia e senatore Pd Antonio Misiani, che lunedì aveva fatto percepire una maggioranza compatta dicendo che “non utilizzeremo il Mes”. Ora anche il numero 2 del Mef si allinea alla posizione possibilista del Pd confermata dal segretario Nicola Zingaretti: “Se il Consiglio europeo confermerà una assenza di condizioni credo che sia uno strumento utile“, dice Misiani a SkyTg24. “Poi è chiaro che lo discuteremo“, aggiunge il viceministro. Finora la sua linea è stata chiara: “La mia posizione e quella del governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà“. “Il vecchio Mes era basato su condizionalità e non è adeguato per gestire una crisi simmetrica. L’Eurogruppo ha fatto cadere il tabù della condizionalità di accesso al Mes”, spiega Misiani a SkyTg24. Per capire definitivamente quali caratteristiche avrà la nuova Pandemic credit line senza condizioni per le spese sanitarie, bisognerà però aspettare la videoconferenza tra i leader Ue. “C’è un negoziato in corso – sottolinea il vice al Mef – Se il Consiglio europeo confermerà una assenza di condizioni credo che sia uno strumento utile da guardare utilizzando il merito, carte e numeri alla mano”. Misiani chiede appunto di discuterne partendo dal merito: “Registriamo la diversità di posizione sia all’interno della maggioranza che delle opposizioni. Da Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono arrivate posizioni ideologiche“, aggiunge.

Il Blog delle Stelle: “Non lo sosterremo mai. Come ha ribadito Conte servono altri strumenti”
La linea M5s è stata prima ribadita al Fatto Quotidiano dal capo politico Vito Crimi: “L’Italia non è la Spagna”, ha detto. “Se altri Paesi riterranno di voler utilizzare un Mes light, nessun problema. Ma per noi rimane una fregatura. Non lo voteremo mai in Parlamento”. Poi nel pomeriggio, per confermare la posizione, è stato pubblicato un post sul Blog delle Stelle: “Il Movimento 5 stelle non sosterrà mai il Mes perché implica una cessione di sovranità e ipoteca il futuro dei cittadini”, si legge. “Non ha nessun beneficio reale per i conti pubblici anche perché, grazie al quantitative easing della Bce, il tasso di interesse dei titoli di Stato italiani resta oggi moderatamente basso” e inoltre, “non ha nulla a che fare con la solidarietà europea perché non prevede trasferimenti ma prestiti, cioè di fatto debiti che si aggiungono a quelli già in essere e che vanno ripagati con tagli ai diritti dei cittadini”. E “non è uno strumento adeguato a combattere questa crisi che è simmetrica, colpisce tutti i Paesi membri e tutti i cittadini allo stesso modo”. Insomma, conclude il blog, “come ha più volte ribadito il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, servono nuovi strumenti europei e tutto il Movimento 5 Stelle è con lui in questa battaglia”

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Coronavirus, oggi la libertà di parola è anche libertà di ingannare. E così muore la democrazia

next
Articolo Successivo

Coronavirus, il question time alla Camera con i ministri D’Incà, Catalfo, Bellanova e Provenzano: la diretta

next