“La gravità della situazione richiede, nella logica dello spirito di solidarietà, la mobilitazione di risorse senza precedenti, specialmente nell’Eurozona”. E per questo, è necessario “esplorare tutti gli strumenti a disposizione”. La richiesta è contenuta in una lettera firmata dai presidenti dei Parlamenti di sette Stati membri dell’Ue, su iniziativa del presidente della Camera Roberto Fico, e indirizzata alle massime autorità europee. Un atto, sostenuto anche dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati, e che è stato sottoscritto dagli omologhi di Spagna e Grecia, dal presidente del Senato francese (mentre la guida dell’Assemblea Nazionale non ha voluto sottoscrivere il testo), dai colleghi di Slovenia, Portogallo e Lussemburgo.

Il documento è stato diffuso poco prima che i ministri delle Finanze europei si riunissero per l’Eurogruppo che dovrà elaborare le misure per superare lo choc economico causato dall’emergenza coronavirus. Un vertice di importanza storica per l’Unione europea, perché mette in gioco alcuni dei principi che hanno guidato la gestione delle crisi fino a questo momento. L’incontro arriva undici giorni dopo la spaccatura del consiglio Ue che ha costretto al rinvio. L’Italia, come confermato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte solo ieri, insiste nel dire che non è disposta ad accettare il ricorso a strumenti “vecchi” come ad esempio il fondo Salva Stati (il Mes), neppure se la condizionalità di restituzione dei soldi dovesse essere limitata (il cosiddetto Mes light). E ribadisce nel chiedere che si faccia ricorso piuttosto a strumenti come i coronabond. Questa strada non è per niente condivisa e vede l’opposizione di Paesi come l’Olanda e la Germania. Intanto il dibattito è aperto anche a livello europeo. Mentre il Financial Times scrive che l’Ue rischia di perdere l’Italia, su le Monde compare un intervento dell’avvocato internazionale ed ex consulente sul debito in Grecia Lee Buchheit che propone uno strumento di mediazione (i senior coronabond).


La lettera dei presidenti dei Parlamenti Ue: “La risposta sia fuori dalla logica dell’austerità”
Nelle ore precedenti l’Eurogruppo a esporsi sono stati appunto i presidenti dei Parlamenti di sette stati membri, su proposta del 5 stelle Fico. Un atto formale che rivela il tentativo estremo da parte dell’Italia di riuscire a imporre le proprie richieste al tavolo con gli altri leader e che, inoltre, vuole dimostrare la compattezza delle forze che sostengono il premier Giuseppe Conte. “Occorrerebbe ragionare e operare con lungimiranza”, si legge nella lettera, “avendo come riferimento quel principio di condivisione, solidarietà e cooperazione che ha ispirato la nascita dell’Unione europea”. L’obiettivo, spiegano i presidenti, “è quello di mobilitare anche i Parlamenti per affrontare la crisi causata dall’emergenza Covid con risposte sanitarie ed economiche condivise, all’insegna della solidarietà e della condivisione”, quindi fuori da quella logica di austerità che ha guidato le scelte in passato.

Nella lettera si parla inoltre della possibilità di aprire a nuovi strumenti: “In questa chiave, è necessario esplorare tutte le soluzioni e opportunità che si potrebbero mettere in campo, incluso, tra gli altri, il ricorso a strumenti finanziari o a un fondo di solidarietà emessi da una Istituzione o organo dell’UE per raccogliere risorse e investimenti a beneficio di tutti gli Stati Membri”. Fra i presidenti che hanno sottoscritto la lettera figurano quello del Parlamento ellenico Konstantinos Tasoulas e delle due Camere spagnole Meritxell Batet e Pilar Llop, quello del Senato francese Gérard Larcher. La lettera è stata inviata ai presidenti del Parlamento europeo David Sassoli, del Consiglio europeo Charles Michel, della Commissione europea Ursula von der Leyen, del Consiglio dell’Unione europea Andrej Plenkovi, della Banca centrale europea Christine Lagarde e dell’Eurogruppo Mario Centeno.

Commissione Ue, da Gentiloni appello a “responsabilità e ambizione”. Von der Leyen insiste: “Coronabond? Meglio il bilancio Ue”
Poche ore prima dell’inizio dell’Eurogruppo, a lanciare un appello perché si arrivi a una soluzione coraggiosa ma condivisa era stato il commissario italiano all’Economia Paolo Gentiloni. “Di fronte alla crisi più grave dopo la guerra, per i Paesi europei è il momento di fare un altro passo avanti nella risposta comune. Responsabilità e ambizione“, ha scritto su Twitter in mattinata. Sulla necessità di misure straordinarie sembrano tutti d’accordo a livello teorico. Il problema rimane il come. Intervistata dallo Zeit, la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, a domanda diretta sulla possibilità di introdurre gli eurobond ha risposto che è preferibile “l’uso pieno dello strumento che abbiamo: un nuovo forte bilancio europeo. Viene sostenuto da tutti, è trasparente, le regole sono chiare. E il suo mandato è far crescere tutti i paesi dell’Ue insieme. Attraverso il bilancio di 7 anni possiamo fare leva per la somma di cui abbiamo bisogno per reagire al Corona”. E ha concluso: “Bisogna mettere a disposizione grosse somme e mostrare solidarietà europea”.

L’intervento su Le Monde dell’avvocato internazionale Lee Buchheit ed ex consulente del governo greco: “Serve un nuovo strumento di solidarietà finanziaria”
Se lo scontro da giorni è bloccato sull’eterna divisione tra Stati del Nord e quelli del Sud d’Europa, c’è chi ha cercato di farsi promotore di mediazioni. Il compromesso sembra una via obbligata e tra le varie proposte è apparsa, in un’intervento pubblicato da Le Monde in queste ore, anche quella dell’avvocato internazionale e consulente sul debito Lee Buchheit. “Il dibattito sui coronabond”, si legge sul quotidiano francese, è lo stesso che “ha diviso l’Europa negli ultimi dieci anni, e ora c’è il rischio che non si risolva in tempo per aiutare i Paesi travolti dalla crisi di covid-19“. Ma, scrive Buchheit: “C’è un altro modo in cui l’Europa potrebbe mostrare la sua solidarietà con i paesi più colpiti, senza costringere i nord europei a ingoiare la pillola di un’eurobbligazione in pool: permettere agli Stati più colpiti di prendere in prestito sui mercati obbligazionari a proprio nome, ma con uno strumento giuridicamente ‘senior’, cioè con una priorità di rimborso rispetto alle altre obbligazioni. Chiamiamolo Senior Corona Bond (SCB)“.

Buchheit è membro del Comitato Scientifico del Chair on Sovereign Debt di Sciences Po, supportato da Global Sovereign Advisory. Dagli anni ’80, ha fornito consulenza a vari governi (Argentina, Uruguay, Messico, Iraq, Grecia) di fronte alle crisi del debito sovrano. E proprio sulla base di quanto portato avanti da Buchheit in Grecia, oggi rilancia l’idea dei Senior Corona Bond: “La maggior parte dei principali Paesi europei emette obbligazioni disciplinate dalle proprie leggi nazionali. Questo dà ai loro Parlamenti un certo margine di manovra per modificare la loro legislazione in risposta a una crisi”, continua. “In questo caso, l’emendamento consisterebbe nell’attribuire ai BSC il primato sulle altre obbligazioni sovrane, ossia nel farne in pratica un credito privilegiato nei confronti del Tesoro”. Mentre, per “rendere i BSC attraenti per i nuovi investitori, le istituzioni che detengono tali obbligazioni appartenenti al ‘settore istituzionale’ potrebbero essere invitate a subordinare volontariamente i loro crediti a favore dei BSC”. Questa “subordinazione dovrebbe avvenire “solo se attuata in modo mirato e trasparente”. E l’emissione dovrebbe essere “calcolata in modo restrittivo e di dimensioni limitate”. Così, chiude Buchheit “i Senior Corona Bonds permetterebbero ai paesi colpiti da Covid-19 di finanziare le loro misure anticrisi con prestiti a proprio nome e sulla base del proprio credito”.

Financial Times: “L’Unione europea rischia di perdere l’Italia”
Insomma gli occhi dell’Europa e non solo sono puntati su come l’Italia si comporterà al tavolo. Il Financial Times, in un lungo approfondimento pubblicato sul giornale, scrive che l’Ue “rischia di perdere l’Italia”, dal momento che nel Paese cresce la sensazione di essere stati abbandonati dall’Europa durante l’emergenza coronavirus. “Nel momento in cui l’Italia affronta la sua crisi più grave dalla seconda guerra mondiale”, si legge, “cresce il sentimento, anche tra la sua élite più pro-Ue, che il Paese sia stato abbandonato dai suoi vicini”, scrive il quotidiano. “Al centro del dibattito” tra nord e sud “c’è l’aspra divisione sul modo in cui i Paesi dell’eurozona dovrebbero perseguire una risposta economica più unificata alla crisi”, si legge sul quotidiano. L’Italia “è tra gli Stati membri che spingono per rendere l’eurozona molto più ambiziosa”.

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