Diciassette misure per potenziare il Servizio Sanitario Nazionale nel pieno dell’emergenza Coronavirus. Si va dalle nuove assunzioni di medici e di personale aggiuntivo per il ministero della Salute, per la Difesa e per l’Inail, alla possibilità mantenere in servizio personale che ha maturato i requisiti pensionistici ed è consentito l’esercizio temporaneo di qualifiche professionali sanitarie anche a chi ha conseguito una professione sanitaria all’estero purchè regolata da specifiche direttive dell’Unione europea. Sul fronte delle infrastrutture, il decreto sancisce la possibilità di requisire aree con la finalità di creare aree temporanee sanitarie. E stanzia contributi a fondo perduto per la produzione di dispositivi medici sotto la guida di Invitalia.

Nel decreto approvato lunedì 16 marzo dal Consiglio dei ministri è innanzitutto previsto uno stanziamento aggiuntivo per pagare gli straordinari dei dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale che sono in prima linea nella guerra contro il COVID-19. Via libera, poi, all’assunzione di una novantina di figure professionali tra medici, veterinari e tecnici della prevenzione per “potenziare le attività di vigilanza, di controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti e aeroporti” per il prossimo triennio.

Definita, inoltre, la facoltà per le regioni e le province autonome, in caso di impossibilità di seguire il percorso canonico, di stipulare contratti anche con strutture private non accreditate per incrementare la dotazione di posti letto in terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive con relativa dotazione. Sempre ai privati, accreditati e non, viene chiesto di mettere a disposizione, all’occorrenza, personale sanitari in servizio, locali e apparecchiature, a fronte di un indennizzo.

Per le areee sanitarie temporanee come quella in via di ultimazione presso il San Raffaele di Milano o la ex Fiera del capoluogo lombardo, non sono richiesti i requisiti di accreditamento per tutta la durata dello stato di emergenza. Deroga, poi, rispetto a piani regolatori e ai regolamenti edilizi comunali per quanto riguarda il permesso di costruire che è concesso automaticamente con la denuncia di inizio lavori, una procedure semplificata che normalmente si applica ai lavori di ristrutturazione.

Per i dispositivi medici e di protezione individuale, invece, sono previsti sia incentivi alla produzione e alla fornitura, sia le requisizioni che riguardano più in generale presidi sanitari, beni chirurgici e “beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare l’emergenza”, a fronte del versamento di un’indennità di requisizione. I Prefetti inoltre potranno disporre la requisizione di alberghi o altri immobili aventi analoghe caratteristiche per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria.

Arruolati temporaneamente, poi, medici (120) e infermieri (200), presso l’esercito italiano. Tra le caratteristiche richieste, spicca l’età che non deve superare il 45 anni. L’arruolamento viene gestito tramite il sito difesa.it e si concluderà entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Quanto a infrastrutture, ai militari viene richiesto di potenziare i servizi con presidi medici. Allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, invece, è stato chiesto di produrre disifinfettanti e sostanze germicide o battericide per 704mila euro.

Aumenta anche l’organico dell’Inail che viene autorizzata ad assumere – temporaneamente – “un contingente di 200 medici specialisti e di 100 infermieri per garantire assistenza e cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro e tecnopatici”. L’Istituto superiore di Sanità, invece, potrà assumere 30 persone per tre anni nell’area ricerca “per far fronte alle esigenze di sorveglianza epidemiologica e di coordinamento” relativamente all’emergenza COVID.

Confermata poi la possibilità di trattenere in servizio medici e operatori sanitari pronti per la pensione. Via libera inoltre ai medici che hanno conseguito il titolo all’estero. Deroghe anche per chi lavora alla produzione di farmaci e dispositivi che, relativamente alle misure in caso di sospetto contagio, sospendono l’attività solo in caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo del tampone. Mentre per la produzione di mascherine viene sospesa la normativa vigente e le aziende potranno autocertificare il rispetto dei requisiti di sicurezza. Sulla certificazione si pronuncia l’Istituto superiore di sanità entro 2 giorni.

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