Il 30 gennaio l’Italia ha interrotto tutti i voli da e per la Cina come misura preventiva per il coronavirus, la polmonite virale che dalla città di Wuhan si sta diffondendo in diversi Paesi nel mondo, con pesanti ricadute sul turismo e sul commercio. L’Ente nazionale per l’aviazione civile ha invitato tutti coloro che hanno già prenotato un volo per la Cina a contattare le compagnie aeree o i tour operator con cui hanno acquistato il biglietto per ogni informazione. “È nel diritto del consumatore chiedere un rimborso – spiega Ivan Marinelli, direttore dell’Associazione Europea dei Consumatori Indipendenti. “Il nostro centralino è stato preso d’assalto: riceviamo moltissime chiamate da chi doveva andare in Cina e non può più partire, ma anche semplicemente da chi è in viaggio ed è spaventato: ma per le zone dove non c’è emergenza non c’è nulla che possiamo fare”.

Il traffico aereo è stato interrotto fino al 28 aprile, salvo diversa disposizione, e include Taipei, Hong Kong e Macao. “Spetta alla compagnia aerea risarcire il biglietto ai viaggiatori rimasti a terra – spiega ancora Marinelli – Si vedrà solo in seguito se gli Stati daranno negli incentivi alle compagnie aeree: è vero che loro hanno un mancato guadagno, ma non devono neanche sostenere i costi del personale e dell’aereo”. Diverso è il caso di chi ha prenotato una crociera, che dovrà verificare tutti i Paesi sull’itinerario siano sicuri. “La regola è di consultare il sito della Farnesina ‘Viaggiare Sicuri‘, dove c’è una lista dei Paesi dove evitare di viaggiare. Se il Paese di destinazione non è nella blacklist è impossibile chiedere un rimborso”.

Marinelli precisa che si può chiedere sia la restituzione dell’importo in denaro, sia un cambio con un viaggio equivalente: “Vale soprattutto per le crociere: chi prende un aereo per la Cina difficilmente penserà di cambiarlo, ma magari chi ha prenotato una crociera può accettare di cambiarne l’itinerario. A patto che, ovviamente, il viaggio sia della stessa durata e dello stesso valore economico”. L’ultima parola spetta al consumatore, che è libero di accettare o chiedere comunque il rimborso in denaro: “I diritti del consumatore sono espressi chiaramente dal Codice del Turismo e dal Codice del Consumo: se il mio orologio si rompe e non me ne possono dare uno identico, me ne devono offrire uno dello stesso prezzo. Ma se non mi piace posso sempre rifiutare e chiedere il rimborso: lo stesso vale per i viaggi”.

Gli ultimi aerei autorizzati a volare sono arrivati oggi a Fiumicino e a Malpensa, con immediati controlli per i passeggeri. Moltissime sono le compagnie internazionali che hanno sospeso i voli, a partire da British Airways, Iberia e Lufthansa: per ragioni di sicurezza, ma anche per il prevedibile crollo della domanda, come hanno dichiarato diverse compagnie statunitensi. L’Associazione europea dei consumatori dice di aver ricevuto moltissime telefonate da chi vuole rinunciare al viaggio per paura dell’epidemia: “Non possiamo dare informazioni mediche sul coronavirus – conclude il presidente – solo su eventuali rimborsi”.

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