Come sappiamo, il futuro prossimo sarà connesso. L’arrivo delle connessioni 5G, in grado di supportare enormi flussi di dati a grande velocità e il continuo sviluppo tecnologico, porteranno in breve a una grande diffusione di questo tipo di soluzioni, tanto negli spazi privati, con l’Internet of Things e gli oggetti “smart”, quanto in quelli pubblici, con le cosiddette smart cities, infrastrutture capaci di raccogliere e trasmettere dati per migliorare la qualità della vita. In Italia però c’è un progetto assai interessante che pensa a rendere intelligenti e in grado di dialogare anche gli indumenti: si tratta di “We Light” (WEarable LIGHTing for smart apparels). Sviluppato dall’ENEA in collaborazione con il CNR, l’INFN, il Laboratorio di Ricerca Industriale MIST E-R e l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Il progetto, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, si propone di realizzare capi destinati a chi pratica sport, soprattutto per strada e all’aria aperta, come runner e ciclisti, ma anche a chi lavora in condizioni pericolose, ad esempio sulle autostrade. Da un lato si utilizzeranno materiali innovativi in grado di dissipare il calore in maniera estremamente efficiente, dall’altro si integreranno in questi tessuti tutta una serie di sensori di vario tipo, per raccogliere tanto i dati di chi li indossa quanto dell’ambiente esterno.

Inserto deformabile con comportamento simile ad un tessuto stampato in 3D mediante in SLS in TPU

Questi capi di abbigliamento smart potranno infatti fare diverse cose. Anzitutto sfrutteranno fibra ottica e LED per rendere più visibili chi li indossa, al variare della luce ambientale o quando ci si muove in zone pericolose, come cantieri o fabbriche. Inoltre raccoglieranno tutti i dati riguardanti le prestazioni sportive vere e proprie, in modo da poter monitorare in maniera efficiente tutti i parametri del proprio allenamento.

L’abbigliamento We Light infine potrà anche accedere a un data base open source, consigliandoci tramite un’app su smartphone, i percorsi migliori per chi ama correre, così da evitare le zone urbane più inquinate dove la qualità dell’aria non è ottimale, o le strade particolarmente dissestate, dove infortunarsi è più facile. Per il momento si è ancora nella fase di progettazione e sviluppo. Seguirà poi quella di realizzazione dei prototipi e delle soluzioni hardware e software, che serviranno da riferimento per la filiera produttiva dell’abbigliamento.

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