Una delle principali fonti di inquinamento per il nostro pianeta è rappresentato dai cosiddetti rifiuti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Si tratta di un problema assai grave, non solo perché sono solitamente prodotti non riciclabili e realizzati con materiali non ecologici, come ad esempio il cobalto, o con i cosiddetti “minerali di conflitto” come il Coltan (columbite-tantalite), ma molto più semplicemente perché ne produciamo (e consumiamo) troppi. Per questo ha fatto abbastanza scalpore al CES di Las Vegas la presentazione di Teracube, uno smartphone di fascia media che si definisce sostenibile, non già grazie all’impiego di chissà quali materiali ecologici, ma semplicemente perché ingegnerizzato per durare nel tempo, tanto da essere garantito per quattro anni.

Come sostiene anche l’ultimo studio dello European Environmental Bureau, ogni anno nel Vecchio Continente si immettono nell’atmosfera 14 milioni di tonnellate di CO2eq, misura che indica l’impatto sul riscaldamento globale di un determinato quantitativo di gas serra, rispetto alla stessa quantità di anidride carbonica, e questo è dovuto anche ai ritmi di produzione eccessivi degli smartphone.

Mentre infatti lavatrice o frigorifero si cambiano quando smettono di funzionare, lo smartphone si cambia mediamente ogni tre anni, in cerca di prestazioni migliori e novità dell’ultim’ora. Tuttavia, anche a parità di elementi utilizzati nella loro costruzione, se il ciclo di vita degli smartphone si prolungasse di due anni in più raggiungendo i cinque, si risparmierebbero quasi 10 milioni di tonnellate di CO2eq, l’equivalente dell’impatto prodotto da tutte le auto immatricolate ogni anno in Belgio.

Da qui l’idea, apparentemente vincente di Teracube. Cambiare le proprie abitudini di consumo però è assai difficile, per cui è difficile dire ora se un prodotto del genere potrà avere successo o, meglio ancora potrà fare da modello di riferimento per l’industria. Prolungare la vita di un device fa rallentare il mercato e produce meno profitti per le aziende, difficile che qualcuno rinunci agli introiti, anche se in gioco c’è il bene del pianeta.

Da un punto di vista tecnico, come detto, lo smartphone si presenta come un prodotto attuale di fascia media. Lo schermo ha una diagonale di 6.2 pollici e una risoluzione HD+, mentre all’interno troviamo un processore octa-core Qualcomm Snapdragon 660, 6 GB di RAM, 128 GB di memoria interna, una doppia fotocamera posteriore (da 12 MP e 5 MP), fotocamera frontale da 8 Mpixel e una batteria da 3400 mAh che, secondo il produttore, dovrebbe garantire un’intera giornata di funzionamento.

Non mancano poi i moduli Bluetooth, WiFi, GPS, NFC, i moduli per il riconsocimento facciale e quello delle impronte digitali e il supporto alla doppia SIM. Il sistema operativo è Android 9 che la prossima primavera sarà aggiornato all’ultima versione. Il prezzo è di 349 euro.

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