Le quote di genere in politica e nei cda. Come cambiano le decisioni, migliora la produttività e la qualità dei provvedimenti se ai vertici ci sono anche le donne. Poi i congedi parentali e il loro potere rivoluzionario nelle società contemporanee per migliorare la parità di genere. Infine la fertilità: perché non è vero, lo smentiscono i dati, che se le donne lavorano allora smettono di fare figli. Ma piuttosto succede se gli Stati non forniscono gli strumenti di welfare idonei per aiutare le madri. Di questo parlano le dodici tesi di laurea che hanno vinto la terza edizione del premio Valeria Solesin: dodici lavori scelti per lo sguardo “innovativo e originale” sul tema “il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese”. Il concorso, rivolto a studentesse e studenti delle università italiane, è dedicato alla ricercatrice veneziana morta nell’attentato al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015.

Solesin studiava all’Istituto di demografia della Sorbona e stava portando a termine il dottorato con un progetto di ricerca dal titolo: “Uno o due figli? Un’analisi delle determinanti della fecondità in Francia e in Italia”. Il 30 ottobre 2013 sul sito Neodemos uscì un suo articolo dal titolo evocativo: “Allez les filles au travail” (Forza ragazze al lavoro): era un anticipo della ricerca a cui stava lavorando, ma anche il suo modo per iniziare a parlare di diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro in Italia. Il premio Valeria Solesin è una delle iniziative che permettono alla ricerca della giovane dottoranda di continuare a vivere nelle pagine di altri studenti. Come la ricordarono nel 2015 gli amici e colleghi, Valeria era una “studiosa ribelle e determinata” ed è quello spirito, di chi cerca di spingersi sempre un po’ oltre anche se è la cosa più difficile da fare, che le tesi di laurea premiate vogliono provare a ricalcare.

Il premio, promosso da Forum della Meritocrazia e Allianz Partners, e realizzato con il Patrocinio del Comune e della Citta Metropolitana di Milano. Presente alla premiazione del 27 novembre scorso anche la mamma di Valeria, Luciana Milani. A fare gli onori di casa Paola Corna Pellegrini, amministratrice delegata di Allianz Partners, vice presidente del forum della meritocrazia e ideatrice del premio: “Ancora una volta”, ha dichiarato, “l’entusiasmo, l’impegno e la passione di tante ragazze e ragazzi ha fatto del Premio Valeria Solesin un successo. Leggere nei loro lavori non solo la speranza, ma la visione e il progetto di un futuro libero da pregiudizi e diseguaglianze, dove il talento femminile trova modo di esprimersi in ogni campo, a vantaggio di tutti, è un’incredibile iniezione di fiducia e una formidabile spinta ad andare avanti su questo percorso”. E, ha concluso, “sono iniziative come queste a costituire linfa vitale per quel profondo cambiamento culturale necessario per la valorizzazione dei talenti e l’affermazione del merito al di là di ogni stereotipo o pregiudizio”.

I lavori sono stati selezionati dal Comitato Scientifico su 46 candidature pervenute da tutta Italia. Otto delle tesi vincitrici toccano “argomenti di natura sociale, di politica pubblica e istituzionale, focalizzando l’attenzione su temi come stereotipi di genere, diseguaglianze nella rappresentanza e confrontando diversi modelli di empowerment femminile nei paesi europei”. I restanti quattro vincitori hanno invece “analizzato l’impatto del talento femminile nel mondo dell’imprenditoria e nelle performance aziendali, con uno sguardo anche al doppio ruolo delle donne, divise fra famiglia e lavoro”.

Ecco l’elenco delle vincitrici e del vincitore. Matilde Crisi, università la Sapienza di Roma, tesi sull’impatto delle normative introdotte per l’equilibrio di genere nei comuni italiani; Serena Vitale, università di Trento, tesi comparativa sul sistema dei congedi parentali in Italia e Germania; Carmela Accettura, università Bocconi, tesi sull’esperienza delle sindache e sulla tendenza a utilizzare meno politiche espansive con il solo scopo di aumentare il consenso elettorale; Elisa Romito, università di Padova, tesi sulla relazione tra politiche di genere, educazione femminile e fertilità; Anna Zamberlan, tesi sulla relazione tra differenze di genere e di classe; Ester Fanelli, università Bocconi, tesi sulla crescita della fertilità nella seconda fase della rivoluzione di genere; Edoardo Siciliano, università di Trento, tesi sulla leadership femminile nei family business; Margherita Robbiano, università Bocconi, temi sui diversi approcci alle quote di genere nelle società quotate europee; Alessandra Diani, università La Sapienza, tesi sulle donne nelle istituzioni repubblicane in Italia; Sara Trevisol, università Ca’ Foscari, tesi sulle quote di genere nei cda delle aziende italiane; Sara Govoni, università di Bologna, tesi sul ruolo dell’imprenditrice digitale tra opportunità e pregiudizi; Claudia Sisti, università Cattolica, tesi sull’enrosadire dei consigli d’amministrazione tra stereotipi e disuguaglianze.

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