“La Scuola è un istituto internazionale di formazione, ricerca e studi avanzati nell’ambito delle competenze del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”, si legge nello Statuto della Fondazione di partecipazione “Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo”. Fondazione, istituita con la legge del 27 febbraio 2015 n. 11, che ha ridefinito l’ambito di attività della Fondazione per gli Studi universitari e di perfezionamento sul Turismo, costituita dalla legge 7 agosto 2012 n. 134. Un Ente di diritto privato che risulta commissariato dal 9 ottobre 2019, dopo che i vertici organizzativi erano rimasti senza riferimenti. Il 2 Luglio per le dimissioni del Presidente, Marco Cammelli, l’8 agosto per quelle di Andrea Meloni, componente del Consiglio di Gestione e il 9 Luglio per la conclusione dell’incarico di Direttore di Carla di Francesco. Che è stata nominata dal ministro Franceschini Commissario straordinario, allo scopo “di di assicurare il funzionamento della Scuola”. D’altra parte la scelta del commissariamento era stata determinata anche dai rilievi del 17 luglio dei Direttori generali educazione ricerca e bilancio del Mibact, secondo i quali la situazione venutasi a creare poteva “generare concreti pregiudizi sia sulla gestione amministrativa che sulla quella economica e contabile, nonché sul Bilancio della fondazione”.

Negli anni di vita della Fondazione, in cima alla piramide gestionale, si sono succeduti come Presidenti, Sabino Cassese e Marco Cammelli. Entrambi senza alcuna retribuzione. Invece, come direttori, si sono alternati Carla di Francesco, che non ha percepito nessun compenso, e in precedenza Maria Luisa Catoni, che nel 2016 ha svolto l’incarico “in regime di gratuità” e in quello successivo ha avuto “come emolumento e indennità di start up” 175mila euro, mentre nel 2018 soltanto 94.366 euro.

Per il funzionamento della Scuola il Ministero dei Beni e delle Attività culturali ha provveduto ad assegnare e quindi erogare annualmente dei contributi. Nel 2016, anno nel quale gli organi di amministrazione e controllo della Scuola sono stati costituiti, sono stati messi a disposizione 1.974.562,50 euro di “Fondo di dotazione” e 5.923.687, 50 euro come “Fondo di gestione”, per un totale di 7.898.350 euro. Cifra considerevole, considerando che nello stesso anno il Mibact ha previsto nella programmazione ordinaria per l’“Archeologia”, settore nel quale sono compresi interventi di vario tipo al patrimonio archeologico sia mobile che immobile da Nord a Sud, Sardegna compresa, 7.595.018 euro. Nel 2017 il contributo è stato di 3.400.000 euro. Più del doppio di quanto nello stesso anno il Mibact ha messo in bilancio per l’“Archeologia”. Invece nel 2018, sono stati 2.500.000 euro, a fronte dei 7.888.267,63 euro per l’“Archeologia”.

Nel 2019 ancora 2.500.000 euro, ai quali vanno aggiunti 1.150.600 euro del “Fondo per oneri differiti”. Già si è pensato al 2020, per il quale é previsto dalla legge di Bilancio 2018 un contributo pari a 3.500.000 euro. Il fiore all’occhiello della Formazione, il corso biennale “Scuola del Patrimonio”, avviato ad ottobre 2018. “Forma ai temi del patrimonio culturale, al fine di sviluppare le competenze necessarie alle funzioni direttive per le strutture operanti nella tutela, gestione, valorizzazione e promozione dei beni culturali”, si spiega sul portale dedicato. Sono stati selezionati in 18, di età inferore ai 39 anni e in possesso di un dottorato oppure di una specializzazione. Al termine dei due anni avranno un certificato di alta formazione. Che non dà accesso alla qualifica dirigenziale nel Ministero. Né preferenzialmente, né tanto meno automaticamente, come ha rilevato l’associazione “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”. Che ha espresso dubbi anche sul limite d’età, “del tutto ingiustificato e dunque illegale”.

Accanto alla “Scuola”, l’“International School of Cultural Heritage”, che a novembre 2019 ha inaugurato la prima edizione. Un corso di cinque mesi, destinato a 19 professionisti stranieri coinvolti nella gestione dei beni culturali. Che partecipano a titolo gratuito, con la possibilità di un rimborso spese. Tante Risorse pubbliche per un Ente privato, attualmente commissariato, quindi. Che si occupa di una Formazione specialistica che non fornisce alcun titolo d’accesso, ma una formazione ulteriore, dopo specializzazione e/o dottorato di ricerca, che però costituiscono titoli statali pienamente riconosciuti. Il ministro Franceschini però non ha mai avuto incertezze al proposito. A differenza di tanti “giovani studiosi”.

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