Voleva a tutti i costi piazzare il “suo” commercialista in una clinica privata vicino Roma alla cifra di 250mila euro. Per fare ciò, secondo i magistrati della Procura capitolina, un sindacalista estremista di destra, militante di Avanguardia nazionale, avrebbe fatto pressioni su di un consigliere d’amministrazione dell’Istituto Neurotraumatologico italiano; corrotto un maresciallo dei carabinieri pagandogli le vacanze estive, provato a coinvolgere alcuni consiglieri regionali del M5s Lazio – fra cui Davide Barillari, indagato – prospettandogli la possibilità di commissariare l’istituto e così “ammazzare Zingaretti”; passato alla stampa documenti d’indagine protetti da segreto istruttorio (veicolati dal militare corrotto) e fatto valere le proprie conoscenze con il fondatore il noto neo-nazista Maurizio Boccacci e il leader degli Irriducibili Fabrizio “Diabolik” Piscitelli (ucciso il 7 agosto scorso), entrambi residenti a Grottaferrata.

Il camerata “Geppo” e il maresciallo complice – Al centro dell’indagine sull’Ini di Grottaferrata – parte lesa nella vicenda – condotta dai pm Paolo Ielo e Luigia Spinelli, è il sindacalista della Sicel, Andrea Paliani, conosciuto negli ambienti di destra con il soprannome di “Geppo”, finito agli arresti domiciliari. L’obiettivo di Paliani era quello di “convincere” Cristopher Faroni, membro del cda dell’istituto sanitario, ad assumere Alessandro Tricarico quale consulente del lavoro. Un incarico da 250mila euro l’anno, oltre un compenso variabile che sarebbe andato dal 3 al 5% sul risparmio complessivo dei costi dell’azienda. Compenso al quale, è il sospetto di chi indaga, gli attori avrebbero potuto successivamente attingere. Pedina fondamentale, in questo senso, era il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Costantino, in servizio presso il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Roma, che indagava proprio su Faroni in un altro procedimento. Il militare aveva lasciato intendere al manager che “anche attraverso la consapevole intermediazione di Andrea Paliani, vi era da parte sua la possibilità di redigere un’annotazione di polizia giudiziaria a lui favorevole”: in sostanza con l’assunzione di Tricarico si sarebbe “consigliato” al magistrato di procedere all’archiviazione.

Paliani a Barillari: “Con questa distruggiamo il Pd” – Per fare pressioni sull’Ini e su Faroni, Paliani cerca di sfruttare la politica e in particolare il M5s del Lazio, con cui ha delle entrature. Il suo contatto è Davide Barillari, che viene informato delle indagini condotte da Costantino e gli prospettata la possibilità di creare problemi al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Tu puoi chiedere il commissariamento – dice Paliani a Barillari – Tra poco scoppia la bomba, penso che con questa Zingaretti… il Pd, mo distrugge pure il Pd”. Paliani riferisce al consigliere pentastellato “di essere intenzionato a richiedere un’ispezione presso alcune cliniche del gruppo Ini Spa che a suo dire risultano sprovviste di determinate certificazioni, in maniera tale da poter poi procedere al commissariamento della società”. Sempre a Barillari, in un’altra conversazione, Paliani dice: “Questa è ‘na botta penso che Zingaretti se la ricorda finché campa dopo… Poi come nasconde l’amicizia col Faroni?”. Barillari, si legge nelle carte dell’inchiesta, “pur non commentando le parole di Paliani, ne approva il contenuto “esatto”. E dice: “Perfetto! Sì sì adesso prepariamo tutto l’esposto, ok”. E infatti, a un altro interlocutore, Paliani dice: “Me vedo venerdì sera con Davide Barillari – dice Paliani al telefono – Sto a cena con lui perché lui ha già preparato il commissariamento (…) quindi è tutto pronto per la partenza”.

In serata Barillari ha commentato su Twitter: “Stanno uscendo diverse agenzie che citano il mio nome in un caso di corruzione. Confermo che rientrando a casa stasera dopo il lavoro, ho trovato solo una bolletta dell’Enel e non un avviso di garanzia. So di non aver nulla di cui preoccuparmi“.

Paliani ai suoi: “Max Baroni è una merda”. E tira in ballo il consigliere Loreti – Interessante appare essere la conversazione con tale Giorgio Giacci, in cui Paliani lo informa che Barillari, in quanto componente della Commissione regionale Sanità, avrebbe già pronta la richiesta di commissariamento del gruppo Ini. “Giacci – si legge nelle note degli investigatori – chiede conferma del disinteresse di Baroni (Max Baroni, deputato del M5s). “Ma Baroni è una merda, porca miseria”, esclama il sindacalista. “È sparito, proprio ‘na cosa distruttiva”, dice, per poi aggiungere, “Comunque preparati la bottiglia per brindare”. “Paliani – annotano gli inquirenti – riferisce di essere intenzionato a richiedere un’ispezione presso alcune cliniche del gruppo Ini Spa, avvalendosi di Barillari e verosimilmente di Loreto Marcelli, consigliere della Regione Lazio, eletto nelle file del M5s”.

Il “soccorso nero”: Geppo coinvolge Boccacci, chiama Borghezio e cita Diabolik – Paliani, detto Geppo, non manca di ricordare la sua appartenenza ad Avanguardia nazionale, formazione politica di estrema destra (di derivazione neo-nazista) molto attiva fra gli anni 80 e 90. L’amicizia con Boccacci, ex leader di Movimento politico (e poi fondatore di Avanguardia) e’ tale che l’estremista viene coinvolto negli affari di Paliani. Boccacci, infatti, si presenta anche a un appuntamento fra Paliani e Faroni, venendo “utilizzato come strumento di minaccia”. Allo stesso tempo, l’ex leader di Avanguardia si smarca quando Paliani gli chiede di aiutare un suo iscritto a recuperare un credito di 10.500 euro, affermando di “non intendere rischiare di commettere il reato di estorsione e finire in carcere”. “Di questa cosa ho parlato anche con Fabrizio Diabolik”, dice. In un secondo momento Paliani chiama Mario Borghezio, europarlamentare della Lega: “Senti – afferma “Geppo di Avanguardia” – quando ci possiamo vedere per la sanità privata perché fai scoppiare una bomba nel Lazio contro Zingaretti che ti rifà salire a livelli…”. Borghezio, per la cronaca, gli dice di non avere tempo e di farlo ricontattare da “una persona di fiducia”.

Le pressioni sulla stampa – Paliani, con la disponibilità – secondo gli inquirenti – del maresciallo Costantini, prova anche a vendere la notizia del fantomatico “scandalo Ini” alla stampa. E contatta, attraverso la segreteria del M5s Lazio, il nostro cronista Vincenzo Bisbiglia, spiegandogli a che punto erano le indagini del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Roma sull’Ini e prospettandogli la possibilità, a breve, di un rinvio a giudizio. Il giornalista ascolta il sindacalista e chiede di ottenere i documenti. Paliani gli manda la sua denuncia via whatsapp e, in una seconda telefonata, un verbale secretato in possesso di Costantini, manifestando la disponibilità del maresciallo ad incontrarlo. Bisbiglia gli assicura che si sarebbe letto i documenti, carte che tuttavia non risultavano essere completi o comunque notiziabili, tanto che quello è stato l’ultimo contatto fra i due.

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