Da fine settembre, al Macro Asilo di Roma, si tiene la serie di eventi “Ripensare la Comunità”: si tratta di incontri di alto livello filosofico, su temi di grande urgenza, aperti gratuitamente al pubblico. Tutto nasce dall’incontro di Filosofia in Movimento, gruppo di ricerca filosofica, e la casa editrice Castelvecchi, con la programmazione, per Macro Asilo, di Fabio Benincasa.
Filosofia in Movimento è un gruppo “militante” (come l’ha definito nel suo brillante intervento la sociologa ed economista Saskia Sassen) di ricerca filosofica che conta tra le sue fila circa 80 ricercatori, molti dei quali giovani, uniti da una forte spinta ideale.

Come ci ha detto Antonio Cecere, uno dei fondatori del progetto, i fautori di questa ricerca sono “convinti che la filosofia debba tornare anche nei sottoscala e sui marciapiedi, debba parlare direttamente alla persone, un percorso che dall’Accademia giunga alla società civile” e faccia ritorno (del resto, essendo “società civile” un’espressione hegeliana non può che ritrovare il proprio senso che in un movimento dialettico).

“Ripensare la Comunità” nasce come un itinerario di critica e analisi della comunità attuale, con l’intento però di riflettere sul concetto di comunità negli scenari futuri. Da qui la scelta di invitare a questi pensatori “eretici” come, ad esempio, Nancy Fraser (la pensatrice femminista che ha avuto il coraggio di denunciare alcune derive del femminismo contemporaneo) o Teresa Forcades (monaca teorica della cosiddetta “teologia queer”).

La bellissima notizia è che gli incontri riempiono l’auditorium del Macro Asilo: nel pubblico non solo giornalisti, filosofi, economisti, addetti ai lavori, ma tantissimi giovani. Fedeli alle dichiarazioni programmatiche, questi incontri sono un vero dialogo tra intellettuali e società civile. I filosofi invitati condividono prima il proprio intervento con i colleghi coinvolti, in modo da costruire una rete intellettuale di riflessione comune: una vera e propria comunità filosofica.

Gli incontri sono corredati da interventi, sempre molto puntuali, di Cristina Guarnieri per Castelvecchi e Giorgio Fazio per Filosofia in Movimento. Come ci ha spiegato Cecere, sono stati invitati pensatori radicali perché “per cambiare abbiamo bisogno di idee radicali”. Uno dei prossimi incontri (dopo i recenti, notevoli, contributi di Piero Bevilacqua, Nicola Zamperini, Charles Melman, Ricardo Antunes, Boaventura de Sousa Santos e Pascal Chabot) sarà il 14 Novembre alle ore 18 con Mario Reale, che presenterà il libro Tre saggi su Rousseau (edito da Castelvecchi): un incontro importante, dal punto di vista storico-filosofico, poiché Reale tornerà, dopo venticinque anni, ad affrontare il filosofo francese, per sgombrare il campo da triti luoghi comuni.

Rousseau è un pensatore di cui parlano tutti, ma che conoscono in pochi: spesso usato come icona di improbabili proclami populisti. Il libro e l’incontro sono dedicati a un tema raramente trattato nel pensiero dell’autore del Contratto sociale: ovvero, il concetto di proprietà, nodo nevralgico del rapporto tra individuo e comunità. La domanda che ha ispirato, inizialmente, questo progetto è stata: potrà il pensiero critico sopravvivere alle conseguenze della sovrainformazione creata dall’attuale sviluppo tecnologico?

La risposta è che non solo può farcela, ma può proprio cavalcare le possibilità offerte dai nuovi strumenti per una più efficace divulgazione di conoscenza. Nel caso di Filosofia in Movimento, apprezziamo, ad esempio, la capacità di essere riusciti a portare a un pubblico molto vasto le riflessioni di un pensatore come Fathi Triki, filosofo laicista tunisino fautore della filosofia del “vivere-insieme”, le cui riflessioni sono incentrate sul diritto a “ vivere nella dignità”.

L’importanza di questa serie di incontri è anche, letteralmente, nel “ripensare la comunità” non in senso conservatore: emerge come sia necessario anche per un fronte progressista ritrovare un senso di appartenenza comunitaria. Si impone l’esigenza di reagire alla falsa idea di “popolo” dominante con un concetto rinnovato di comunità: una comunità dalle solide radici culturali, ma aperta e, appunto, “in movimento”.

Tutto questo per rispondere agli slogan falsi e alle promesse ingannevoli di una propaganda pericolosa, che sfrutta l’attuale momento di esasperazione per offrire certezze inesistenti fondate su una visione deformata e irreale del passato. Solo la cultura può salvarci dalla barbarie.

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